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Cronaca

Premio della bontà di Sant'Antonio, rettore: "Premio vivificante del Vangelo"

Ultime settimane per partecipare al Premio: la scadenza è fissata per il prossimo 26 marzo

Ultime settimane per partecipare al Premio della Bontà Sant'Antonio di Padova – scadenza il prossimo 26 marzo – mentre iniziano ad arrivare dalle Scuole Primarie e Secondarie di I e di II grado italiane i primi elaborati per partecipare alla 43esima edizione del Premio, il cui obiettivo è dimostrare quanto di “buono” vi sia nei giovani di ogni generazione. I primi elaborati sono giunti dall'Istituto Tecnico Periti Aziendali e Corrispondenti in Lingue Estere di Lugo di Ravenna; lo scorso anno sono state 844 le opere partecipanti delle quali 483 dalle Scuole Primarie, 277 dalle Scuole Secondarie di I grado, 47 dalle Secondarie di II grado, 21 i multimediali di singoli o gruppi, 16 fuori concorso, per un totale di 29 Province italiane interessate e di 14 Regioni.

TEMI DELICATI. La giuria si sta preparando per esaminare i componimenti e i racconti, i disegni e le proposte multimediali grazie ai quali i bambini più piccoli come i ragazzi delle scuole superiori rifletteranno sul tema proposto per quest’anno, ispirato dalle parole di Papa Francesco: “Il virus dell’indifferenza ci fa chiudere occhi e cuore di fronte ai bisogni di chi ci sta accanto”. Hai un suggerimento per curare questa malattia e divenire, come dice Papa Francesco, albero di vita, che assorbe l’inquinamento dell’indifferenza e restituisce al mondo l’ossigeno dell’amore? Un tema delicato e profondo, di forte impatto emotivo sulle generazioni più giovani che si trovano a toccare con mano, purtroppo sempre più spesso, la distanza dall’altro. Ma come parlare di indifferenza ai più piccoli? E soprattutto come questo sentimento viene declinato nella quotidianità delle giovani generazioni?

PERICOLO INDIVIDUALISMO. "Di questi tempi siamo entrati in quella che definisco in accezione positiva “l’attenzione al soggetto” – riflette padre Oliviero Svanera, rettore della Basilica di Sant’Antonio a Padova e Moderatore dell’Arciconfraternita di Sant’Antonio, la carica più importante della Associazione in virtù della quale presiede le riunioni degli organi collegiali, propone le nuove iscrizioni e lega indissolubilmente l’Arciconfraternita alla vita della Basilica –. Ma viceversa questa attenzione può tradursi in quell’individualismo che comporta chiusura verso gli altri. Pensare alla cura di se, alla propria autorealizzazione, al nostro ‘piccolo nido’, non fa che creare diffidenza verso la società alla quale si guarda con distacco. In questo momento sociale, pur senza demonizzare, anche i Media che restituiscono, attraverso l’immediatezza delle immagini, ogni situazione difficile e problematica, storie di violenza e di sofferenza, sospingono gli animi verso un atteggiamento di rifiuto e di difesa, quasi per salvaguardare se stessi da questo continuo bombardamento. In questo quadro ecco che iniziative come il Premio Nazionale della Bontà organizzato dall’Arciconfraternita che quest’anno propone un tema così attuale, aiuta tutti noi, piccoli e grandi, a riconsiderare la parola ‘prossimo’, parola autenticamente evangelica che si riferisce al migrante, certo, ma prima ancora a chi ci vive accanto, ai nostri famigliari, al vicino di casa".

ESSERE "PROSSIMI". Ma cosa significa oggi essere ‘prossimi’ a qualcuno? "La dimensione della solitudine, anzi della ‘singolitudine’ è congiunta all’animo umano – prosegue padre Svanera –. In realtà si viene educati alla prossimità sin dalla infanzia; la prima parola che ciascuno di noi impara è ‘tu’, è ‘mamma’, è ‘papà’; è quindi riferita all’altro. E in questo la presenza della famiglia, dei fratelli, della scuola, della comunità è determinante perché insegna l’educabilità verso l’altro. Ecco perché ritengo importante che il tema di quest’anno del Premio della Bontà, un tema che desidera richiamare all’apertura verso l’altro, sia trattato nelle scuole quale esempio vivificante di Vangelo per i giovani. Se non vivessimo in una dimensione di socialità i bambini non imparerebbero a camminare e a parlare. Da qui la responsabilità verso gli altri, il non essere indifferenti, perché nella stessa misura in cui si riceve, si è quindi chiamati a dare. E questo Premio desidera porsi come invito a prendersi questa responsabilità. Far entrare in un circuito virtuoso tutti i nostri sensi per compiere un percorso anche fisico verso l’altro, per conoscerlo. Solo conoscendo l’altro e le sue situazioni – conclude padre Oliviero Svanera – impariamo a farci prossimi verso gli altri".

IL PREMIO. Accanto ai partecipanti alla fase concorsuale rivolta alle scuole di tutta Italia, ogni anno l’Arciconfraternita si propone di individuare un protagonista che nella vita “adulta” abbia reso tangibile testimonianza degli insegnamenti del Vangelo. Nella scorsa edizione grande emozione ha suscitato la storia della vincitrice, l’infermiera di Grosseto Nadia Ferrari, che ha chiesto e ottenuto l’affido del piccolo Mario, gravemente malato dalla nascita e abbandonato in ospedale, regalandogli due anni di amore e di cure. La Giuria in queste settimane sta valutando le candidature per l’edizione 2017 del Premio che verrà assegnato il 20 e il 21 maggio 2017 a Padova: "Il Premio ogni anno ci apre una finestra inattesa su un mondo fatto di persone buone e su ragazzi che guardano al futuro con speranza ed entusiasmo – commenta il Priore dell’Arciconfraternita di Sant’Antonio Leonardo di Ascenzo -. Di anno in anno le fatiche organizzative vengono puntualmente ripagate dall’incontro con il Bene, fatto di famiglie amorevoli e impegnate provenienti da ogni parte della nostra penisola. Il concorso non è finalizzato ad una premiazione competitiva ma ha lo scopo di far soffermare i giovani, con l’aiuto dei loro educatori (genitori, insegnanti, sacerdoti e amici) su tematiche di Vita Buona e fino ad oggi, con l’aiuto del nostro amato Santo, ci siamo riusciti potendo contare ormai complessivamente più di 30.000 partecipanti".

 

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