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Cronaca

Processo Italcementi, Consiglio di Stato rovescia la sentenza del Tar

Legambiente: “Ennesima occasione mancata per un ripensamento del modello di sviluppo territoriale che penalizza i parchi e le aree naturali della nostra regione”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Con la sentenza del 24 gennaio 2013, il Consiglio di Stato respinge il ricorso al TAR del Veneto dei Comuni di Baone ed Este e accoglie il ricorso di Italcementi e Provincia di Padova in merito al Revamping dello stabilimento di Monselice.
Si conclude nel peggiore dei modi una vicenda iniziata nel 2009, quando Italcementi propose il revamping, con un investimento di circa 150 milioni di euro fortemente contestato da comitati di cittadini e associazioni ambientaliste oltre che dalle Amministrazioni Comunali di Este e Baone.
 
“Un ritorno al passato preoccupante – afferma Gigi Lazzaro, Presidente di Legambiente Veneto. Con questo pronunciamento il Consiglio di Stato dà il via libera ad un progetto che giudichiamo assolutamente non compatibile con il Piano del Parco Regionale dei Colli Euganei, area protetta di grande pregio, che meriterebbe maggiore tutela e valorizzazione, anche in chiave economica, con adeguate politiche di sviluppo territoriale e turistico”. Unica, magra consolazione, secondo Lazzaro, la presa d’atto, da parte di Italcementi, dell’esistenza di un parco regionale e del relativo inserimento nel progetto di azioni per lo smantellamento di impianti datati e successiva ricomposizione paesaggistica.
 
Secondo l’associazione ambientalista, dubbie sono le motivazioni della sentenza, in particolare l’affermazione secondo cui “la sostituzione di rilevanti strutture (…) comporterà un impatto globale notevolmente migliorativo dell’esistente, aggiungendo anche un termine per la fine dell’attività industriale e la rinaturalizzazione successiva del sito”, posizione che dimostra una distorta percezione della qualità del paesaggio e che svilisce le aree protette e i parchi della nostra regione.
 
“Riteniamo improbabile che un impianto di tali dimensioni possa, in qualche modo, ottenere un miglioramento rispetto alla degradata situazione paesaggistica attuale – sostiene Lazzaro. Discutibile, inoltre, la positiva valutazione dell’impatto delle nuove strutture che dovrebbero “mitigare la percezione delle sagome e dei profili, idonee a ridurne l’impatto visivo” in particolare per quanto riguarda l’edificazione di una torre alta ben 89 metri. Un vero insulto al paesaggio”.
 
La valutazione della sentenza di Stato, basata su un inspiegabile parere della Soprintendenza, che giudica tale costruzione “apprezzabile, in linea con le tendenze dell’architettura contemporanea che attribuiscono alle strutture verticali ad elevato contenuto tecnologico la funzione di riqualificare i siti nei luoghi deteriorati o caratterizzati da debolezze o marginalità di disegno” appare come puramente estetica, basata su valutazioni soggettive e, dunque, poco efficace dal punto di vista motivazionale.
 
“E’ questo il modello di sviluppo economico che il Piano Ambientale del Parco Regionale dei Colli Euganei, approvato nell’ottobre del 98, dal Consiglio Regionale del Veneto, vorrebbe assicurare alla popolazione residente? -  Chiede Lazzaro. Uno sviluppo che continua a distruggere paesaggio facendosi scudo del ricatto occupazionale in un periodo storico caratterizzato da livelli di disoccupazione preoccupanti”.
 
Nonostante la palese crisi del mercato del cemento (- 28%, in Italia, nel triennio 2006/2010) e dell’edilizia in generale (- 17,8% in termini di investimenti negli ultimi quattro anni, secondo ANCE), si continua ad attribuire colpe ai rappresentanti della società civile per la mancata crescita economica del territorio, senza capire che, in realtà, le priorità di aziende del settore cementifero stanno mutando velocemente negli ultimi anni, sulla scorta del fallimento del modello economico attuale.
 
Legambiente continuerà a battersi affinché il paesaggio diventi un valore condiviso e irrinunciabile e, nonostante questa sentenza, a chiedere il rispetto delle regole di tutela contenute nel piano del Parco dei Colli Euganei e più attenzione alla salute dei cittadini ed ai rischi connessi al revamping di Italcementi.

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