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Cronaca Piove di Sacco

Procurato aborto, "il fatto non sussiste": assolti i due medici e l'infermiere

Il fatto risale a settembre 2010. Una paziente alla ventinovesima settimana di gravidanza perse il bambino dopo essere stata accolta in ospedale con un "codice verde"

Assolti dalle accuse di procurato aborto e di lesioni gravissime perché "il fatto non sussiste", i due medici e l'infermiere dell'ospedale di Piove di Sacco coinvolti nel caso di una giovane mamma di Campagna Lupia (Venezia), all'epoca dei fatti 29enne, che, nel 2010, dopo essere stata visitata al nosocomio, perse il bimbo che portava in grembo, rischiando lei stessa di morire.

ASSOLTI MEDICI E INFERMIERE. La sentenza è del giudice padovano Tecla Cesaro. Come riportano i quotidiani locali, nessuna responsabilità penale è stata rilevata a carico del ginecologo, 56 anni, di Piove di Sacco, e del medico, 47 anni, di Vicenza, e dell'infermiere, 61 anni, di Vigonovo (Venezia), in servizio al Pronto Soccorso.

"PATOLOGIA RARA E ASINTOMATICA". Era la notte tra il 2 e il 3 settembre 2010. La donna, alla ventinovesima settimana di gestazione, si era recata all'ospedale di Piove di Sacco lamentando dei forti dolori. L'infermiere le avrebbe assegnato un "codice verde", cui avrebbe fatto seguito la visita ecografica. La giovane mamma e il marito avrebbero deciso di recarsi al nosocomio di Padova, ma, al loro arrivo, il bambino era già morto. Le consulenze degli esperti sono concordi nell'asserire che la patologia che si è verificata sia di tipo raro e asintomatica. La paziente si era già ritirata dal processo dopo essere stata risarcita dall'Usl 16.

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