Il sindaco di Padova Massimo Bitonci torna all'attacco contro l'impiego dell'ex caserma Prandina come centro di prima accoglienza per i profughi in arrivo in città. Secondo il primo cittadino, l'iniziativa della Prefettura si scontrerebbe con diverse irregolarità che non renderebbero idonea la struttura all'attuale destinazione d'uso.

IRREGOLARITÀ. "Nel provvedimento della Prefettura, datato 4 luglio 2015, l'area dell'ex caserma Prandina potrebbe essere utilizzata per il reperimento di stabili o strutture adeguate a centro di accoglienza, con l’allestimento temporaneo di tende e tensostrutture, per ospitare un congruo numero di richiedenti asilo - dichiara Bitonci - in realtà l'area risulterebbe intestata al demanio patrimoniale dello Stato e data in gestione al demanio civile. Non solo - prosegue il sindaco - la stessa è classificata quale 'area per servizi pubblici' e rientra nel sistema bastionato. È quindi sottoposta a vincolo da parte della Sovrintendenza ai monumenti. Il vincolo prevede che ogni intervento sia effettuato previo parere favorevole della sovrintendenza. Parere che non risulterebbe essere stato mai richiesto, né, quindi, mai concesso".

CASERMA-CAMPEGGIO. "La relazione dei tecnici dell'Ulss - insiste - assimila, di fatto, l'area a 'campeggio'. Non risultano, tuttavia, interventi urbanistici con variazione della destinazione d'uso, per i quali avrebbero dovuto essere ottenute preventive e necessarie autorizzazioni. Lo stesso provvedimento della Prefettura - conclude - richiama una norma (D.P.R. n. 383/1994) secondo la quale, nel caso di interventi urbanistici, si sarebbe dovuta indire una conferenza di servizi fra Comune e altri organi competenti. Conferenza che non è mai avvenuta, né stata convocata".