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Cronaca

Don Bizzotto con la Padova che accoglie: fa lo sciopero della fame

Il fondatore dell'associazione Beati costruttori di Pace ha deciso di digiunare "contro l'atteggiamento di chiusura del sindaco verso quanti sono disponibili a offrire appartamenti per l'ospitalità ai profughi"

Da un lato la fiaccolata silenziosa che partirà da palazzo Moroni venerdì alle 19.40, dall'altro la contro-manifestazione "Padova accoglie" alle 19 in piazza Garibaldi. E poi c'è l'iniziativa personale di don Albino Bizzotto, dei Beati costruttori di Pace, che ha iniziato mercoledì lo sciopero della fame.

PROFUGHI, PADOVA SPACCATA. La questione dell'accoglienza dei profughi in case private è ormai nota, e, in queste settimane, tra favorevoli e contrari, in città si sta facendo sempre più pressante e scottante. Dopo che alcuni cittadini hanno deciso di mettere a disposizione dei migranti i propri alloggi - è il caso, ad esempio, della 90enne che, colpita dal dramma degli sbarchi, ha messo recentemente a disposizione la propria abitazione per ospitarli - Padova si è divisa nettamente in due: da una parte chi parla di un'"invasione" e organizza una fiaccolata di protesta, tra questi il sindaco Massimo Bitonci che ha firmato un'ordinanza ad hoc, e una raccolta firme; dall'altra parte la Padova solidale, e la manifestazione che si svolgerà parallelamente e in antitesi alla fiaccolata.

DON BIZZOTTO PARTE CON LO SCIOPERO DELLA FAME. Dalla parte dei profughi, c'è don Albino Bizzotto, che ha deciso di intraprendere il digiuno per sostenere l'accoglienza: "Non è un colpo di testa - spiega il fondatore dell'associazione padovana Beati costruttori di Pace - ma una decisione maturata per accompagnare le iniziative che a Padova  vengono attuate anche in risposta all’atteggiamento di chiusura del sindaco verso quanti sono disponibili a offrire appartamenti per l’ospitalità ai profughi". Don Bizzotto non è nuovo a questo genere di prese di posizione, non solo in difesa degli ultimi ma anche a tutela dell'ambiente: nell'agosto 2013 aveva digiunato per attirare l'attenzione sul consumo del territorio, iniziativa che il sacerdote ha dovuto interrompere dopo 14 gioni.

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