rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Profughi, Bitonci guida i sindaci di Provincia: "Abbiamo già dato"

Nella serata di sabato il primo cittadino del capoluogo euganeo presenta anche sui social il documento firmato da alcuni sindaci del Padovano contro l'arrivo di altri migranti

Al grido di "basta profughi in Veneto, noi abbiamo già dato" il sindaco di Padova Massimo Bitonci ha firmato un documento di protesta insieme ad altri primi cittadini della provincia della Lega Nord, ma anche di centro-destra e civici. Un annuncio che segue di poche ore l'arrivo di un'altra ventina di profughi extracomunitari, ma che evidenzia la volontà e la criticità della situazione del territorio a Prefetto e Provincia.

SORANZO. In una nota il sindaco ha poi fatto un duro affondo al presidente della provincia Soranzo, colpevole di non aver mosso un dito sul caso Prandina: "La convocazione del presidente della Provincia, non eletto dai cittadini, è inutile e tardiva. Inutile perché la Provincia non ha alcuna competenza in materia di sicurezza e immigrazione. Tardiva perché arriva settimane dopo la realizzazione di una tendopoli nel centro di Padova e dimostra solo che il destino dei residenti nel capoluogo a Soranzo interessa ben poco. In cima ai suoi pensieri c'è solo il desiderio di ricostruire un consenso che mai è stato sottoposto al vaglio degli elettori ed è in caduta libera – dichiara Massimo Bitonci, sindaco di Padova – Perché Soranzo non ha alzato la voce quando il Governo ha scaricato sulle spalle dei padovani centinaia di richiedenti asilo? - si chiede Bitonci – Il sindaco di Padova, con altri primi cittadini eletti, diserterà l'incontro di domani. Vi parteciperanno solo esponenti del Pd, i quali, a livello locale, sono chiamati a sottostare alla scellerata politica del Governo e agli ordini di Soranzo. I clandestini li accolgano tutti loro”.

IL DOCUMENTO. Ecco il documento che il sindaco-capofila ha pubblicato sulla sua pagina social:

"PREMESSO che l’Italia è al centro di un fenomeno migratorio che nel corso del 2015 ha assunto una rilevanza straordinaria con ricadute gravi sul territorio, soprattutto a causa di una mancanza di: una qualsiasi forma di identificazione tra profughi e clandestini al momento dell’arrivo e di un qualsiasi progetto di accoglienza e di una successiva ripartizione equa tra gli Stati membri della UE;
DATO ATTO che in assenza di un piano nazionale la gestione viene scaricata sul territorio e sugli Enti Locali con conseguenze gravi anche in termini di ordine pubblico e di integrazione (come dimostrano i casi di Treviso, Eraclea, Este) e non ultimo di accettazione da parte delle Comunità locali;
RICORDATO infatti che la Prefettura di Padova, nel mese di Giugno, ha provveduto ad installare presso la Caserma Prandina, situata in prossimità del centro di Padova, una tendopoli per accogliere dei migranti ma che, dopo la opposizione del Sindaco di Padova supportata da larga parte della cittadinanza contraria a tale installazione, la Prefettura stessa, così come confermato dagli organi di stampa locale che riportavano la notizia, ha stabilito di procedere già nelle prossime settimane alla dismissione di detta tendopoli, liberando così il sito;
RICORDATO ancora che nei giorni scorsi è stata paventata l’ipotesi della realizzazione, nell’ex base missilistica di San Siro di Bagnoli di Sopra, di un Centro provinciale di accoglienza e smistamento profughi, e che tale ipotesi ha scatenato le proteste di numerosi cittadini e sindaci del territorio, fino a determinare l’interessamento del Consiglio Regionale dove è stato presentata una mozione per affermare la contrarietà al progetto previsto;
RICONOSCIUTO come, stando a notizie di stampa, anche a seguito di detta opposizione al previsto HUB di Bagnoli, il progetto del Centro di accoglienza e smistamento sarebbe tramontato;
STIMATO che organi di stampa locali del 29 luglio 2015 riportavano la notizia secondo la quale il Presidente della Provincia di Padova avrebbe organizzato un incontro per il lunedì successivo con tutti i Sindaci padovani per discutere dell’emergenza profughi;
EVIDENZIATO COME l’invito formale della Provincia di detto incontro è giunto in numerosi Comuni solo nel tardo pomeriggio dello stesso 29 Luglio, così che molti Sindaci hanno appreso del summit previsto prima da mezzi di stampa che da formale invito;
EVIDENZIATO, in ogni caso, che la Provincia di Padova, e la Regione Veneto stessa, ospitano già oggi un numero elevato di migranti e che queste presenze non possono ancora considerarsi integrate con il tessuto sociale locale;
DATO ATTO che quindi il territorio veneto ha già ampiamente dimostrato accoglienza e disponibilità;
RILEVATO altresì, di contro, come non vi è a livello nazionale un programma chiaro di accoglienza ovvero capace di distinguere prontamente i profughi dai clandestini irregolari e come altresì non vi sia ancora una politica gestionale in grado non solo di coordinare l’attuale situazione, ma anche di fissare una limitazione al numero di arrivi in ragione del fatto che, anche alla luce dei crescenti sbarchi, la situazione non è definibile più emergenziale quanto, piuttosto, cronica;
CONSIDERATO inoltre che gli Enti Locali, tartassati in questi ultimi anni da nefaste politiche nazionali basate su tagli ai trasferimenti erariali, vincoli sempre più stringenti sul Patto di Stabilità, limitazioni sulla capacità assunzionale del personale, possibilità d’investimenti e di autentica autonomia, non dispongono né di strutture immobiliari né di risorse economiche da destinare allo scopo;
CONSIDERATO altresì che, a causa del perdurare della crisi economica che sta interessando tutta l’Europa, le Amministrazioni locali non riescono nemmeno a garantire un alloggio alle famiglie dei veneti in emergenza abitativa, così come facilmente desumibile da una semplice verifica sulle liste di attesa per ottenere un alloggio popolare, ovvero adeguati sostegni a chi ha perso il lavoro o appropriati servizi alle famiglie in difficoltà;
RITENUTO che, con queste premesse, non possa essere data alcuna disponibilità ad assecondare le, non meglio precisate e identificate, politiche nazionali in tema di immigrazione, tema peraltro la cui competenza non spetta agli Enti Locali, e che ogni ulteriore arrivo sul territorio è considerato foriero di tensioni;
Tutto Ciò Premesso
DICHIARANO
- l’indisponibilità ad accogliere in Provincia di Padova altri profughi/clandestini;
- l’indisponibilità quindi di partecipare ad alcun incontro per una eventuale ripartizione territoriale degli stessi;
- di rinviare al Governo, competente per materia e primo responsabile di inefficaci politiche immigratorie e quindi delle conseguenti problematiche create sul territorio, la gestione del tema profughi;
- di richiamare alle proprie responsabilità il Governo per la totale mancanza di un programma in tema di immigrazione, mancando ad oggi un concreto piano di prima identificazione degli arrivi in grado di individuare i profughi dividendoli dai clandestini;
- di volere, come enti locali virtuosi, essere maggiormente considerati dal Governo, non solo quindi nel momento della partecipazione degli stessi enti al risanamento della finanza pubblica piuttosto che nel rispetto dei vincoli del Patto di stabilità, ma anche nel momento del bisogno, quali ad esempio in occasione di calamità naturali, il cui ultimo episodio ha riguardato i Comuni della Riviera del Brenta".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Profughi, Bitonci guida i sindaci di Provincia: "Abbiamo già dato"

PadovaOggi è in caricamento