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Cronaca

Studio su 500 ragazzi dagli 11 ai 18 anni, la generazione dei "sempre connessi": i dati

I risultati della terza annualità del progetto "Crescere", lo studio iniziato nel 2013 e realizzato dalla Fondazione "Emanuela Zancan"

I ragazzi di oggi sono immersi nella realtà virtuale: 9 su 10 si collegano a internet tutti i giorni, comunicano con i social (Whatsapp, Facebook e tanti altri). Ma non gli basta. Hanno bisogno di relazioni vere, dirette e non "virtuali". Sono stati presentati oggi - mercoledì 26 ottobre - i risultati della terza annualità del progetto "Crescere", lo studio realizzato dalla Fondazione "Emanuela Zancan" che segue nel tempo un campione di oltre 500 ragazzi dagli 11 ai 18 anni delle province di Padova e Rovigo, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

IL PROGETTO. Iniziato nel 2013, su un campione di circa 500 ragazzi che allora avevano 11-12 anni, lo studio - che proseguirà fino al compimento del diciottesimo anno di età - li ha "accompagnati" in questi tre anni, monitorando le condizioni di crescita e di sviluppo verso l’età adulta a livello fisico, relazionale, emotivo, delle capacità e delle aspettative di vita

LA GENERAZIONE DEI "SEMPRE CONNESSI". A 15 anni, 9 ragazzi su 10 si collegano a internet tutti i giorni. Il 98% possiede uno smartphone per il proprio uso personale e più di uno su tre (37%) naviga libero, senza limiti di tempo o restrizioni di siti in cui non può andare. Il più delle volte usano internet da soli, oppure con gli amici. Chattano, giocano ai videogiochi, fanno ricerche per la scuola, ascoltano musica, usano i social network. Rispetto a 3 anni fa, quando gli stessi ragazzi avevano 12 anni, è aumentato l’uso dei social: ora quasi tutti usano Whatsapp per comunicare (95%), uno su due ha un profilo Facebook e il 30% lo guarda tutti i giorni o quasi (tre anni fa erano il 20%, di cui il 10% tutti i giorni). Altri usano Instagram (69%), Skype (22%), Google+ (16%), Ask (16%), Snapchat, Telegram, Tumblr, ecc.

SODDISFAZIONE: UN TREND DECRESCENTE. È stato chiesto ai ragazzi se sono felici e quanto sono soddisfatti della loro vita. Nel primo anno di studio, quando i ragazzi avevano 12 anni, il quadro era molto positivo. A distanza di tre anni, le proporzioni sono cambiate. La percentuale di ragazzi pienamente soddisfatti passa dal 77% al 58%. Quelli che si collocano nella fascia intermedia passano dal 22% al 39%. I ragazzi completamente scontenti della loro vita sono ancora una minoranza (2,8%), ma comunque si tratta di una proporzione in crescita (nella prima wave erano appena lo 0,4%).

AUTOSTIMA IN CALO. In generale, i ragazzi a 14-15 anni d’età hanno un buon livello di autostima e fiducia nelle proprie capacità: 9 su 10 pensano di valere almeno quanto gli altri. 8 su 10 hanno un atteggiamento positivo verso se stessi e complessivamente sono soddisfatti di quello che sono. Nei tre anni a confronto, per quasi 4 ragazzi su 10 (38,8%) il livello di fiducia in sé è diminuito. Altrettanti non hanno indicato variazioni, a denotare una situazione di sostanziale stabilità nel tempo. Il restante 22% dei ragazzi ha invece migliorato la propria autostima rispetto a tre anni prima.

BENESSERE E AUTOSTIMA: PER MASCHI E FEMMINE NON È​ LO STESSO. Nei primi anni dello studio, quando i ragazzi avevano dagli 11 ai 13 anni, non sono emerse sostanziali differenze tra maschi e femmine. Nel terzo anno di osservazione, invece, al raggiungimento dei 15 anni d’età, le differenze per genere si fanno più forti e sono i maschi che mediamente esprimono livelli di benessere più elevati rispetto alle femmine. L’area in cui si osservano maggiori differenze è l’aspetto fisico: le ragazze sono mediamente più insoddisfatte. Idem per la fiducia in se stessi: a 15 anni l’87% dei maschi ha un atteggiamento positivo verso di sé, mentre per le femmine è vero nel 75% dei casi. Viceversa, il 50% delle ragazze a volte si sente inutile (il 32% per i maschi). Il 50% delle femmine vorrebbe avere maggior rispetto di sé (il 39% per i maschi).

LE RELAZIONI PRIMA DI TUTTO. È stato chiesto ai ragazzi di indicare qual è "la cosa più importante per essere felici". Dall’analisi delle loro parole emerge il grande valore che attribuiscono alle relazioni: gli amici al primo posto, poi la famiglia e l’amore. Gli amici sono la prima fonte di felicità per 4 ragazzi su 10. Si tratta di amici "veri", su cui poter contare nel momento del bisogno. La famiglia è al secondo posto, indicata da 2 ragazzi su 10. Emerge anche la ricerca di amore, inteso come "avere qualcuno che mi voglia bene" e che "mi rispetti". I ragazzi esprimono poi il desiderio di "essere se stessi", di avere fiducia nelle proprie capacità. Uno su dieci fa riferimento al "fare felice" o "aiutare" l’altro..

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