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Cronaca

Tecnologia senza limiti: una dottoranda padovana crea il “robot che si muove col pensiero”

Gloria Beraldo ha presentato l’avveniristico progetto in Australia: si punta alla realizzazione di un umanoide comandabile con l’attività cerebrale anche da persone con ridotta mobilità

La tecnologia, si sa, muove passi da gigante di anno in anno, infrangendo limiti e abbattendo barriere, aiutando così anche chi deve convivere con gravi problemi fisici. Come? Creando un robot che si muove col pensiero, ad esempio. E l’ideatrice è “nostrana”.

Il progetto

Il suo nome? Gloria Beraldo, dottoranda allo IAS-Lab del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, la quale ha presentato alla platea di oltre 3.500 scienziati dell’International Conference on Robotics and Automation di Brisbane, in Australia, il progetto (nato dalla sua tesi magistrale) relativo alla creazione di un robot umanoide comandabile con l’attività cerebrale anche da persone con ridotta mobilità acquisita. Sotto la supervisione del professor Emanuele Menegatti, docente di Ingegneria Informatica all’Università di Padova, la dottoranda sta lavorando per rendere più facile il controllo di un robot e fare in modo che sia in grado di orientarsi nello spazio evitando gli ostacoli, pianificando i movimenti in base a una mappa. È infatti possibile acquisire e decodificare i segnali provenienti dal cervello di una persona tramite sistemi di Brain Computer Interface (BCI) e trasferirli a un robot. La persona dovrà modulare le proprie onde cerebrali, immaginando i movimenti delle proprie mani e piedi, un’attività che deve in effetti essere imparata, in modo da attivare le aree del cervello necessarie. L’aspetto positivo di questi sistemi di Brain Computer Interface è che non sono invasivi: richiedono solo un training da parte della persona che deve far muovere il robot per imparare a modulare le proprie onde cerebrali. Sviluppi futuri si pongono nell’area della assistenza personale a persone anziane o con acquisita ridotta mobilità fisica.

Gloria Beraldo con Pepper-2

Pepper "modello"

E il robot che Gloria Beraldo e Emanuele Menegatti hanno utilizzato nei loro esperimenti è una “celebrità”: si tratta di Pepper, robot umanoide messo a disposizione dalla Fondazione Salus Pueri che collabora con il Dipartimento di Pediatria dell’Università degli Studi di Padova, dove viene usato per distrarre i piccoli pazienti in attesa di interventi invasivi. Prodotto dalla SoftBank per interagire con gli esseri umani, Pepper è alto un metro e venti per 28 chili di peso, ed è dotato di diversi sensori per percepire l’ambiente circostante, tra cui camera, microfoni, sonar, laser e bumper (paraurti intelligente).

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