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Cronaca

Bancarotta fraudolenta Publiepolis Arrestato l'imprenditore Rigotti

Il gruppo editoriale, che stampava 18 testate in tutta Italia e fallito dopo la bolla dei free-press, passato al setaccio dalla finanza: 3 i dirigenti nei guai. Era presente anche nella provincia euganea con "Il Padova"

Il suo nome forse non è conosciuto ai più, ma sicuramente i suoi giornali sono ben noti anche ai padovani: Alberto Rigotti, presidente del consiglio d'amministrazione della società cagliaritana Publiepolis e quindi responsabile anche del quotidiano cartaceo gratuito “Il Padova”, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza nella mattinata di giovedì. Le sue pubblicazioni - 18 le testate editate in tutta Italia - per anni hanno campeggiato negli espositori di stazioni, bar e aeroporti di tutta Italia, rivaleggiando con Leggo, Metro e City per la palma del free-press più apprezzato, ma, a quanto risulta alle fiamme gialle, i conti del gruppo sardo erano tutto tranne che in regola.

DALLE STELLE ALLE SBARRE. Per smascherare l'imprenditore 64enne trentino e i suoi due principali collaboratori (entrambi finiti ai domiciliari) è stato necessario l'operato congiunto dei militari di Cagliari, Roma, Milano e Como, che hanno accusato la concessionaria e intermediaria di servizi pubblicitari di bancarotta fraudolenta. L'attività investigativa ha fatto emergere che il fallimento della Publiepolis, dichiarato dal tribunale di Cagliari nel giugno del 2011, era stato una conseguenza di malagestione finalizzata a favorire, senza alcun giustificato motivo, alcuni creditori in danno di altri: nell'arco di quattro anni sono stati infatti utilizzati beni e patrimoni della società cagliaritana per pagare i creditori della sua capogruppo, Epolis, senza alcuna tutela per la “par condicio creditorum”, per un valore complessivo di quasi 15 milioni di euro. Il tutto attraverso artifici contabili e bancari e dissimulazioni documentali. Ma le malefatte dei tre imprenditori non si fermano qui: grazie ai fondi di Publiepolis, infatti, sarebbero state acquistate automobili, soggiorni all'estero, visite in palestre esclusive e altro ancora. Ora ne dovranno rispondere davanti alla legge.

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