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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Megliadino San Fidenzio / Lupia Bassa

Anziane legate, buttate a terra e rapinate in villa: arrestate le badanti, madre e figlia

I carabinieri della compagnia di Este hanno ricostruito le fasi cruenti della rapina del dicembre scorso a Megliadino San Fidenzio, documentando che le due donne lavoravano per le vittime. Le indagini proseguono per accertare la responsabilità di altri complici

Un'efferata rapina che fece clamore, quella del 16 dicembre scorso in via Lupia Bassa, a Megliadino San Fidenzio. Vittime due anziane sorelle di 93 e 95 anni, legate e buttate a terra. A trovarle era stata la badante, veneta di 45 anni, rientrata a casa intorno alle 21. Nessun segno di effrazione. L'abitazione non era stata trovata a soqquadro, nonostante i notevoli ammanchi: come se i banditi fossero andati a colpo sicuro, sapendo bene dove mettere le mani.

ARRESTATE LE BADANTI. Quattro mesi dopo, le indagini dei carabinieri della compagnia di Este e della stazione di Montagnana hanno consentito di ricostruire le fasi cruenti della rapina, facendo ricadere la responsabilità nei confronti di due donne italiane - A.G., 45 anni, di Roveredo di Guà (Verona), e G.F., 20 anni, madre e figlia, conviventi e incensurate - che di fatto svolgevano le funzioni di badanti per conto delle anziane vittime da due anni. La 45enne aveva iniziato ad occuparsi delle anziane due anni fa attraverso una cooperativa poi, da un anno, era stata assunta e contrattualizzata dall'unico parente delle ultra novantenni, il nipote residente in Toscana, a Grossetto, e che di fatto gestiva la cosa a distanza pur sentendo quotidianamente le due anziane. La figlia, di tanto in tanto, dava il cambio alla madre.

DOMICILIARI. Alle prime luci dell'alba di giovedì i militari dell'arma hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in regime di detenzione domiciliare, emesse dall’autorità giudiziaria di Rovigo, nei confronti delle due donne. Il reato contestato è di rapina in abitazione aggravata.

LE INDAGINI. Dall'analisi della scena del crimine e dalla presenza accertata dell'auto delle due donne nell'abitazione delle due anziane prima della rapina, fatta in collaborazione con i carabinieri del Nucleo investigativo di Padova, era emerso che le malviventi entrate nell’abitazione sapevano cosa e soprattutto dove asportare la refurtiva. L’attività investigativa, coordinata dal sostituto procuratore della procura della Repubblica di Rovigo, Monica Bombana, si è quindi orientata verso le persone che conoscevano le abitudini delle anziane. Ad incastrare le badanti, sono state le dichiarazioni contraddittorie rilasciate da madre e figlia sugli eventi, assieme alle risultanze dell’attività tecnico ambientale.

DUE COMPLICI. Quella sera, le due donne, travisate, dopo essere entrate all’interno dell’abitazione ed avere legato le due anziane, asportarono, stipata in due punti (nel sottoscala ed in cucina), una somma stimata in circa 10mila euro, allontanandosi a bordo della loro auto, una Fiat Punto, condotta dalla più giovane delle due. Madre e figlia sarebbero state aiutate da altre due uomini, residenti nel Veronese, vicini alle due donne, deferiti in stato di libertà per concorso nello stesso reato. Il loro ruolo è in corso di accertamento: la perquisizione nelle loro abitazioni ha portato al rinvenimento di fascette in plastica simili a quelle utilizzate per legare le anziane.

I dettagli dell'indagine: guarda il video

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