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Cronaca Megliadino San Vitale

Quattroville, i residenti dicono "Sì" al referendum per la fusione dei quattro Comuni

Solo Megliadino San Vitale è contrario alla novità. Ora deciderà la Regione

Vincono i "sì", anche se sono pochi. E con l'eccezione di Megliadino San Vitale, dove il fronte del "no" aveva promesso sorprese e ha raccolto risultati forse oltre ogni previsione. Come riporta il Mattino di Padova, l'ultima parola spetterà alla Regione Veneto, ma i cittadini hanno dato un chiaro indirizzo alla fusione tra Saletto, Santa Margherita d'Adige, Megliadino San Fidenzio e Megliadino San Vitale: una larga maggioranza ha approvato la nascita di Quattroville - il Comune da 9 mila abitanti che sarà il quarto più importante della Bassa padovana - anche considerando i dati di Megliadino San Vitale dove invece hanno prevalso i pareri contrari e dove la fusione evidentemente non è proprio gradita. In tre Comuni non c'è stata storia: a Saletto, Megliadino San Fidenzio e Santa Margherita d'Adige tre quarti dei votanti hanno benedetto la nascita di Quattroville.

MEGLIADINO SAN VITALE.

Discorso opposto per Megliadino San Vitale, l'unico Comune dove si è formato anche un comitato contrario alla fusione: qui i "no" hanno quasi doppiato i "sì". Se la Regione darà l'ok, il nuovo Comune avrà oltre 9mila residenti e un'estensione che lo porrà al terzo posto nella classifica provinciale, appena alle spalle di Padova e Albignasego. Un passaggio storico, che mette nelle mani della Regione una grande responsabilità. In base all'esito degli spogli definitivi il governo veneto dovrà decidere se istituire, tramite una legge ad hoc, il nuovo Comune.

L'AFFLUENZA.

Poche, se confrontate con il referendum di ottobre, ma in linea con altre votazioni che si sono svolte ieri e nei mesi scorsi in tutto il Veneto. E poi il freddo, la concomitanza con il periodo delle feste, la nebbia che ha imperversato per tutta la giornata nella fascia fra i colli e l'Adige, e la presenza di una marea di iniziative e manifestazioni nei dintorni, hanno contribuito a rendere meno appetibile il voto. La giornata è stata poi azzoppata da una situazione inusuale legata alle tessere elettorali. Molte persone si sono recate alle urne senza portare la tessera, memori dell'ultima occasione di voto: il 22 di ottobre anche i residenti dei quattro Comuni interessati dal percorso di fusione sono stati chiamati a decidere dell'autonomia del Veneto, e per quel referendum non era necessaria la tessera elettorale. I presidenti di seggio e i vari scrutatori non hanno potuto transigere e hanno chiesto ai votanti privi del documento di tornare a casa a prenderlo. Qualcuno ha acconsentito, pur di dire la propria nel referendum consultivo. Molti altri, invece, se ne sono andati.

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