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Cronaca Mortise / Via Riccardo Bajardi

Mounira Torch viveva alla Casa del popolo con il marito: parla Rifondazione Comunista

La 51enne, sorella del tunisino in carcere per una serie di spaccate, in passato è stata accolta nei locali di via Bajardi, come pure la famiglia del 40enne dopo alcuni maltrattamenti

A poche ore dalla diffusione della notizia dell'arresto di Mounira Torch per ricettazione, Rifondazione Comunista dirama una nota ufficiale per chiarire quali siano i rapporti tra l'ente e la donna.

Conoscenze di vecchia data

Dopo l'arresto in autostrada mentre tentava di raggiungere la Tunisia con un camion carico di merce rubata, gli agenti hanno scoperto che la 51enne nordafricana da qulache tempo non viveva più con il marito, ma si rifugiava nell'ex istituto Rodari di via Bajardi a Mortise. La struttura ospita lo sportello sociale di Rifondazione, che offre cosulenze legali gratuite, e alloggio temporaneo ai bisognosi. La donna, che occupava abusivamente una ex aula, era già stata in passato accolta dall'associazione inisieme al marito. Amor Torch, in carcere per almeno quattro spaccate, avrebbe tentato di occupare l'alloggio della sorella e la sua famiglia (moglie e figli) sarebbero stati accolti nella struttura dopo i maltrattamenti del tunisino.

Riportiamo il comunicato di Rifondazione Comunista:

Mounira Torch e suo marito, qualche anno fa, avevano trovato ospitalità alla Casa del popolo: erano senza casa e il marito italiano aveva subito un ictus ed era in evidenti pessime condizioni fisiche. Sono stati ospiti per brevi periodi, alternando la loro presenza a lunghe permanenze in Tunisia. Quando il comune ha assegnato all'uomo la casa popolare [di via Varese, diventata il covo del fratello Amor Torch n.d.r.] a seguito dell’ultimo bando della Giunta Bitonci, non hanno più abitato alla Casa del popolo. Recentemente la signora è tornata, a quel che ci risulta, per portare via vecchi mobili e altro di sua proprietà. Nella giornata di venerdì, infatti, è stata vista caricare una cucina, un armadio e altre suppellettili.

Per quel che ci è dato di sapere, è difficile che la stanza dove era rimasta la sua roba possa essere diventata deposito di refurtiva. Per essere ancora più chiari, un paio di anni fa abbiamo chiesto l’intervento delle forze dell’ordine per allontanare il fratello che, in assenza della signora Mounira, aveva tentato di occupare la stanza lasciata libera dalla sorella. Sempre in quella occasione, abbiamo aiutato la moglie maltrattata del signor Torch a trovare una sistemazione alternativa per sé e per i suoi figli, sempre con l’aiuto delle istituzioni.

Ricordiamo ancora che la Casa del Popolo è stata e resta un luogo aperto e solidale dove si svolgono molteplici attività sociali e di supporto alle famiglie e persone in difficoltà. Ricordiamo inoltre che lì vivono persone e famiglie senza casa che non hanno trovato altra risposta al loro problema abitativo e che il nostro sforzo costante è quello di sostenerli nei percorsi per stabilizzare la loro condizione, attraverso la ricerca di un lavoro e di altre soluzioni per avere un tetto sulla testa.

Giuseppe Palomba, segretario provinciale Prc
Paolo Benvegnù, presidente Associazione gruppi di acquisto popolare

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