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Cronaca Crocefisso / Via del Commissario

Rivolta profughi "Casa a colori", il questore: "Reazione spropositata"

Vincenzo Montemagno interviene sui 5 arresti e le 6 denunce nei confronti di altrettanti immigrati per la protesta dai risvolti violenti dello scorso 7 gennaio alla struttura di accoglienza di Padova

"Padova è una città accogliente, ma la reazione da parte degli immigrati è stata spropositata, contro interlocutori che non potevano fare altro che ospitarli. Non è concepibile che con la violenza si ottengano trattamenti diversi da quelli previsti dall’iter normale. Si è creata quel 7 gennaio una situazione che ha creato pericolo e allarme sociale". Così il questore di Padova, Vincenzo Montemagno, commenta i 5 arresti per sequestro di persona aggravato e le 6 denunce per danneggiamento aggravato eseguiti oggi nei confronti di altrettanti profughi africani protagonisti della violenta rivolta nella struttura di accoglienza "Casa a colori" di cui erano ospiti in via del Commissario a Padova.

OGGI: GLI ARRESTI E LE DENUNCE

I DISORDINI. “La legge è uguale per tutti – spiega il questore – mi auguro che nessuno possa strumentalizzare queste persone che sono scappate da un paese in guerra. Sono state ospitate, per due anni, e sono stati fatti dei corsi di italiano. Ci sono delle disposizioni ministeriali che stabiliscono la distribuzione e le condizioni del soggiorno di queste persone. Sono 230 nel padovano, di cui 90 sono prese in carico dalla Casa a colori nelle sue varie articolazioni. Quando i partecipanti ai disordini nel corso di una riunione con gli operatori della struttura non hanno visto esaudite le loro pretese, hanno inscenato una protesta. Un poliziotto è stato ferito gravemente a un piede a causa della chiusura di un cancello. Soltanto la mediazione di un funzionario di polizia dopo un’ora ha ristabilito la normalità liberando gli operatori della struttura che erano rinchiusi in una stanza della struttura alberghiera".

IL 7 GENNAIO: LA VIOLENTA PROTESTA

I DANNI. I danni riportati dalla struttura di accoglienza, gestita da una cooperativa sociale vicina alla Diocesi di Padova, sono stati quantificati in oltre 50mila euro. Secondo il questore Montemagno la protesta del 7 gennaio è arrivata in un momento delicato, in quanto erano in corso proprio in quei giorni le consegne di carte di identità e tessere sanitarie oltre che dei titoli di viaggio per lasciare eventualmente lo Stato italiano nell’area Shenghen.

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