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Cronaca

Rivolta dei profughi, la conta dei danni e lo sfogo del vicesindaco di Padova

Ivo Rossi chiede che dell'emergenza legata alla gestione degli immigrati venuti dalla Libia e culminata nella violenta protesta di ieri alla Casa a Colori se ne occupi il ministero dell'Interno attraverso la Prefettura in ogni città

Il "day after" l'accesa rivolta della 30ina di immigrati nordafricani alla Casa a Colori di Padova è l'ora della conta dei danni e di abbozzare risposte a una situazione che si fa sempre più emergenziale per quanto concerne la gestione dei profughi venuti dalla Libia durante l'exploit della "primavera araba".

IERI: LA RIVOLTA ALLA CASA A COLORI

I DANNI. Questa mattina, il vicesindaco di Padova Ivo Rossi ha effettuato una ricognizione dei danni subiti dal centro di accoglienza di via del Commissario gestito dalla cooperativa sociale "Città Solare". I manifestanti hanno scagliato la propria frustrazione su finestre, porte e suppellettili, provocando decine di migliaia di euro di danni, che però non sono stati ancora quantificati. La Casa risulta comunque assicurata per eventi del genere.

EMERGENZA INSOSTENIBILE PER I COMUNI. "È fondamentale che la prefettura e il ministero dell'Interno si attivino per disinnescare situazioni che a Padova, come anche in moltissime altre città, rischiano di diventare sempre più problematiche - ha commentato Rossi - La situazione degli ospiti di lungo corso della Casa a colori è conseguenza della mancanza di politica nella gestione dei profughi arrivati in Italia dalla Libia dopo la primavera araba. L'allora ministro Maroni e i suoi colleghi di governo sventolarono lo spauracchio, ma alla fine lasciarono che la questione non avesse nessuna soluzione praticabile. Ora il punto fermo - ha concluso - deve essere quello che di questa emergenza si occupi il ministero dell'interno attraverso la Prefettura in ogni città: non è ipotizzabile che i Comuni possano farsi carico di una questione di questa portata".

LE DENUNCE. Il presidente della cooperativa Maurizio Trabuio, accompagnato da uno degli operatori della struttura, ha formalizzato la denuncia per danneggiamento nei confronti dei responsabili delle violenze. Gli investigatori della Digos probabilmente ipotizzeranno nel rapporto atteso in Procura anche altri reati, quali quello del sequestro di persona o in subordine della violenza privata per l'aggressione ai dipendenti della struttura, costretti a chiudersi in una stanza per sfuggire all'ira dei manifestanti.

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