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Cronaca Saonara

“Cantare stasera quella canzone, una cosa straordinaria!” Chiara come Mimì

La 26enne da Saonara, ex regina di X Factor, alla quarta serata del Festival di Sanremo interpreta la difficilissima canzone "Almeno tu nell'universo". Per la prima volta si nota il peso e l'emozione di chi sa che la sua scelta è ricaduta su un brano "sacro"

Alle 23.15 viene annunciata Chiara Galiazzo. È la penultima a esibirsi tra i “Big”. Accolta da Luciana Littizzetto che si prodiga ad andarla a prendere portandola al centro del palco, ormai la padovana ha imparato a farsi conoscere e si sa "è sempre un po' agitata" come le dice la conduttrice. La canzone per la serata Sanremo Story cantata è "Almeno tu nell'universo" di Mia Martini, dirige il maestro Mauro Pagani. Chiara è elegante. Monospalla total black e capelli raccolti in una coda che le cade nulla spalla scoperta. Stasera la 26enne da Saonara appare meno spensierata dal solito, ma comunque sempre dignitosa e pronta per l'Ariston.  

Chiara Galiazzo si esibisce con “Almeno tu nell’universo”

L’ESIBIZIONE. Una canzone difficile e quasi impossibile perché intoccabile. Chiara riesce a dare un tocco nuovo e un'interpretazione tutta sua. Credibile quanto basta, l'emozione è palpabile e il peso della responsabilità di un pezzo così importante si sente tutto. A tratti potrebbe risultare una performance fredda e poco sentita, quasi banale, ma in realtà rivedendola e analizzando ogni suo gesto appare chiaro il trasporto e la voglia di non deludere chi sta piano piano cominciando a conoscerla. Lei dopo poco si sfoga in Twittter: “Cantare stasera quella canzone una cosa straordinaria!”.

CHIARA A SANREMO: LA 1° SERATA

LA GARA. Presente in sala la giuria tecnica che vota, di volta in volta, il brano messo in scena. Il peso dei loro voti è pari al 50%, che andrà a decretare con le due trance di televoto (25% ciascuna) la classifica finale e quindi il vincitore di questa 63esima edizione della musica italiana.

STORIA DELLA CANZONE. "Almeno tu nell'universo" è una canzone scritta da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio nel 1972 che fu lasciata "nel cassetto" per ben diciassette anni, in quanto il contenuto fu ritenuto inadatto e troppo provocatorio per quel periodo. Pubblicata nel 1989 da Mia Martini arrivò solo nona al Festival di Sanremo dello stesso anno, ricevendo comunque il Premio della Critica. Ebbe però un notevole successo di vendite, contribuendo a porre un freno a un periodo buio dell'artista calabrese. L'unica a riproporre in maniera convincente la canzone, riportandola al successo nel 2003, fu una cantautrice veneta Elisa.   

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