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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ha sfregiato l'ex moglie, poi ha tentato di depistare le indagini: arrestato Stefano Pellegrini

I carabinieri della Compagnia di Este, con il coordinamento della Procura, hanno raccolto la sua confessione. Avrebbe premeditato tutto andando qualche giorno prima a comprare l'acido al supermercato

Stalking, lesioni personali da cui deriva la deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, furto con strappo. Sono questi i capi d'accusa con cui da lunedì 28 febbraio Stefano Pellegrini, 58 anni di Solesino, si trova agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico su ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Rovigo. L'uomo, è accusato di aver gettato acido muriatico sul volto della ex moglie una cinquantaduenne di Sant'Elena il 16 febbraio scorso alle 23,30. Dopo tanti depistaggi, l'altro giorno è crollato e davanti ai carabinieri che l'hanno convocato in caserma ha raccontato la verità ammettendo di aver sfregiato lui l'ex moglie.

Quella notte

Il 16 febbraio la vittima sta rientrando a casa. Alle 23,30 era al telefono con il suo nuovo compagno. Ad un tratto da tergo si è materializzato un uomo con il volto travisato. Le ha strappato di mano lo smartphone poi le ha spruzzato il liquido in faccia. Ne è seguita la fuga mentre la donna ha cominciato ad urlare attirando l'attenzione del vicinato. Il bruto, come ha raccontato poi in sede di interrogatorio, ha spaccato il cellulare della ex poi l'ha abbandonato in un fossato non distante dal luogo dell'aggressione. Poi è tornato a casa a Solesino come nulla fosse.

Sospetti

Sin dai primi istanti la vittima ha raccontato ai carabinieri della stazione di Solesino e della Radiomobile di Este accorsi sul luogo dell'aggressione che a sfregiarla era stato il suo ex. Con questi elementi, consapevoli che la vicenda era da cristallizzarsi in un ambiente familiare alla cinquantaduenne, i carabinieri hanno iniziato la loro attività sotto la supervisione del comandante della Compagnia di Este, Anna Rosa D'Antuono. Sentito più volte l'ex marito ha sempre rigettato qualsiasi addebito, dicendosi tra l'altro dispiaciuto per quanto era capitato. 

Perquisizioni e depistaggi

I militari nel frattempo hanno chiesto ed ottenuto dall'autorità giudiziaria un decreto di perquisizione domiciliare a casa del sospettato. Qui è stato sequestrato il telefono del cinquantottenne per essere analizzato. L'uomo, sentendosi all'angolo ha commesso forse l'errore decisivo. Con una voce spaventata ha contattato il 112 riferendo di aver trovato nel tergicristallo della sua auto una missiva scritta a mano che di fatto lo scagionerebbe e che metterebbe in evidenza la presenza di una terza figura quale autrice dell'aggressione. Un paio di giorni dopo il cinquantottenne ha piazzato un secondo "carico da novanta" riferendo di aver ricevuto una seconda missiva questa volta nella buca delle lettere. Ai militari ha detto espressamente che qualcuno voleva incastrarlo. E' stato a questo punto che i carabinieri l'hanno messo di fronte alle proprie responsabilità riferendo che quei depistaggi non avevano alcun fondamento. L'indagato è crollato e ha riferito di aver aggredito lui il 16 febbraio notte la sua ex. Lo stesso indagato ha accompagnato gli inquirenti sul luogo dove aveva abbandonato il cellulare della vittima. 

Natale

Nessun presagio di quello che stava premeditando il cinquantottenne, tuttavia, dalla ricostruzione dei fatti è emerso che la vigilia di Natale la sua ex l'aveva messo al corrente che stava frequentando un nuovo compagno. Sono seguiti molteplici messaggi all'utenza telefonica della donna e del nuovo fidanzato carichi di ingiurie tese a screditare la persona con la quale aveva vissuto un tratto della sua vita. Il modus operandi tipico dello stalker ha toccato qualche giorno prima dell'agguato il punto più altro della sua accidia nei confronti della donna. Per sua stessa ammissione è andato al supermercato comprando una boccetta di acido muriatico. Boccetta che poi è stata rinvenuta dagli investigatori dell'Arma sul luogo dell'aggressione. 

La donna

Mentre sono ancora tutti da decifrare i danni permanenti agli occhi patiti dalla vittima, è giusto sottolineare come la donna dal giorno dell'aggressione è costantemente seguita da figure professionali vicine all'Arma che la tutelano anche sul fronte psicologico per tentare di superare con le dovute cautele un episodio che per ovvi motivi rischia di macchiare per sempre la sua esistenza. E' in atto inoltre un servizio di controllo costante visto che la donna, per ovvi motivi, ha paura che episodi analoghi possano ripetersi.  

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