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Cronaca

Sciopero dei lavoratori all'Ikea L'azienda: "Un'adesione scarsa"

Secondo il vertici del colosso svedese sarebbe stata impalpabile la mobilitazione generale che ha riguardato la maggior parte dei punti vendita. Ecco le proposte ai sindacati

"Scarsa o nulla". Sarebbe stata quindi impalpabile, almeno a detta dell'azienda, l'adesione allo sciopero nazionale dei lavoratori della catena di negozi Ikea. Che rilancia, anzi, alcune proposte da discutere con i sindacati per migliorare la situazione. Ecco il comunicato del marchio svedese:

NIENTE DIALOGO. Malgrado negli ultimi tre anni le perdite di bilancio dovute alla crisi abbiano prodotto un disavanzo di oltre 53 milioni di euro, IKEA ha dato prova di gestire con responsabilità questa congiuntura attraverso una forte spending review interna e senza arrivare ne’ a chiudere punti vendita, ne’ a tagliare la forza lavoro, come invece è purtroppo capitato ad altre realtà del settore, che sono arrivate anche a registrare un calo di oltre il 34% del fatturato. Purtroppo la decisione di indire lo sciopero nazionale è andata nella direzione opposta a quella del dialogo, cui IKEA crede da sempre, come da sempre ha manifestato la volontà di arrivare a un accordo sul Contratto Integrativo.

PROPOSTE. La volontà di dialogo di IKEA era già ben chiara a maggio 2014, quando l’azienda aveva accettato di prolungare di un anno la durata del Contratto Integrativo, che altrimenti sarebbe andato a naturale scadenza ad agosto 2014. Il CIA di IKEA è sempre stato migliorativo delle condizioni del Contratto Nazionale e fra i migliori del settore. Vogliamo che  continui ad esserlo, proprio grazie a 4 proposte presentate ai Sindacati, tutte accumunate dalla necessità di assicurare un futuro solido, equo e sostenibile alla presenza di IKEA in Italia e di poter continuare il piano di espansione attraverso l’apertura di nuovi punti vendita:

1.    trattamenti più equi per il lavoro domenicale e festivi, che oggi presentano differenze sia da negozio a negozio, che all’interno dello stesso punto vendita;

2.    un sistema di valorizzazione della parte di retribuzione variabile;

3.    un innovativo sistema di gestione dei turni;

4.    la volontà di migliorare l’attuale sistema di welfare.

Tutto questo per IKEA non significa smantellare i diritti di chi lavora con passione ed entusiasmo. Attraverso la valorizzazione della parte di retribuzione variabile (per la quale IKEA negli anni ha pagato premi importanti) e un sistema partecipativo di gestione dei turni, vogliamo anzi rendere ancora più tangibile l’importanza ed il riconoscimento del contributo di ogni collaboratore, all’interno però di un quadro di sostenibilità ed equità di trattamento. Valori che invece sembrano non interessare ai Sindacati.

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