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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Scontri nelle Piazze, denunciati 30 pedrini per resistenza e manifestazione non autorizzata

L'inchiesta è stata aperta dal procuratore capo Matteo Stuccilli dopo il rapporto presentato dalla Digos di Padova. Alla convalida dei due arresti subito dopo i fatti si aggiunge l'iscrizione al registro degli indagati di altri 28 attivisti

I fattil avvenuti lo scorso 17 luglio nelle Piazze padovane sono finiti in procura. Come riportano i quotidiani locali, trenta attivisti del Cso Pedro sono finiti nel registro degli indagati con l'accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata.

INCHIESTA.

L'inchiesta è stata aperta dal procuratore capo Matteo Stuccilli dopo il rapporto presentato dalla Digos. Quella sera di mezza estate Padova fu teatro di scene di guerriglia urbana come non si vedevano da tempo. Da una parte gli estremisti di destra con Forza Nuova che si erano sistemati sotto la Prefettura per dire il proprio "No" al riconoscimento della cittadinanza agli stranieri nati in Italia. Dall’altra parte i gruppi vicini alla sinistra che si erano radunati in piazza Insurrezione con l’obbligo di non spostarsi. Poco dopo le 22, i centri sociali al grido di “Fuori i fascisti dalle nostre città”, si erano mossi per raggiungere Piazza delle Erbe. A quel punto la polizia caricò i manifestanti, volarono manganellate con duri corpo a corpo, lancio di fumogeni e altri oggetti contundenti.

I FATTI.

Nella guerriglia urbana cinque operatori di polizia rimasero feriti (prognosi di 3, 5, 15 e 25 giorni). Tre militanti di estrema sinistra furono  fermati e condotti in Questura. Due di loro, C.G., 29enne residente a Padova, appartenente al Centro Sociale Pedro, ed E.G. 24 enne veneziana di Fossò, appartenente al Rivolta, erano stati arrestati mentre un terzo è stato denunciato in stato di libertà e, al termine degli atti di rito, rilasciato. La 24enne veneziana aveva riportato ferite ed era stata portata al pronto soccorso con dieci giorni di prognosi. Dopo l'udienza in tribunale di Padova, gli arresti erano stati convalidati mentre i processi erano stati rinviati su istanza della difesa.

"LA MICCIA".

La polizia sospettò che si fosse trattato di un attacco preordinato visto che il furgone carico di scudi utilizzato dagli attivisti del Pedro era in piazza Insurrezione fin dall'inizio della manifestazione. A scatenare la deviazione del corteo "antifascista" fu forse una video diretta Facebook pubblicato da Forza Nuova dove sembrava che stessero facendo un corteo anche se in realtà non era così. Gli appartenenti del gruppo di estrema destra avevano tirato fuori le bandiere pochi metri prima piazza Antenore ma non avevano mai risposto a provocazioni della sinistra.

CORTEO ESTEMPORANEO.

"I manifestanti di piazza Insurrezione - precisò la polizia subito dopo i fatti - decisero di effettuare un estemporaneo corteo per le piazze del centro storico ignorando le intimazioni dei funzionari proposti al servizio di ordine pubblico, con una improvvisa deviazione dal percorso cercando di raggiungere piazza Antenore. In piazza delle Erbe venen frapposto uno sbarramento di personale di polizia che gli stessi non esitarono ad attaccare, non prima di aver acceso una fumogena per occultarsi e permettergli di scaricare da un furgone scudi in plexiglass rinforzati da materiale metallico. Ne seguì un fitto lancio di sassi, bombe carta, bottiglie e anche parti di recinzione di un cantiere presente in piazza delle Erbe all'indirizzo della polizia".

BITONCI: L'INDAGINE DEVE ANDARE AVANTI.

Sull'iscrizione nel registro degli indagati dei 30 pedrini è intervenuto anche il consigliere comunale Massimo BItonci"Non esiste solamente un’iniziativa della magistratura sul Pedro sui fatti del 17 luglio scorso - ha dichiarato l'ex sindaco Massimo Bitonci - io avevo depositato un esposto ai carabinieri per segnalare quello che era successo sottolineando la figura del sindaco e dei consiglieri comunali che hanno partecipato alla manifestazione (Ferro e Ruffini). Chiedo che venga verificata la posizione del sindaco per una evidente ipotesi di omissione del primo cittadino visto che stesso sindaco ha dichiarato in Consiglio Comunale che era a conoscenza del fatto che gli stessi antagonisti del Pedro non si sarebbero fermati davanti a nulla, anticipando un’azione violenta. Penso che le indagini devono proseguire passando sì dal Pedro ma per arrivare anche a chi ha delle grandissime responsabilità come il sindaco che non ha convocato un comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza e non abbia avvisato questa cosa che era stata annuciata dai centri sociali".
 

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