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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Università di Padova e Cnr scoprono i più antichi animali "sigillati" nell'ambra

Si tratta di 2 acari e un moscerino, rinvenuti nelle Dolomiti, vicino a Cortina d'Ampezzo, e risalenti al periodo Triassico, databile a oltre 230 milioni di anni fa. Finora i ritrovamenti risalivano a 130 milioni di anni fa

Un distacco di 100 milioni di anni. Il grande sorpasso è siglato dal gruppo di ricerca internazionale dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr e l’Università di Padova che ha scoperto i più antichi artropodi mai inglobati in ambra.

DUE ACARI E UN MOSCERINO. Lo studio, pubblicato su Pnas–Proceedings of the National Academy of Sciences, presenta i fossili "sigillati" in ambra e perfettamente conservati più antichi al mondo mai scoperti. Si tratta di due acari e un moscerino delle dimensioni di pochi millimetri, risalenti al periodo Triassico, databile a oltre 230 milioni di anni fa. Sono stati trovati nelle Dolomiti, vicino a Cortina d’Ampezzo.

RICERCA: LE ULTIME SCOPERTE MADE IN PADOVA

da sin seduti Ragazzi e Schmidt - in piedi  Roghi 1-2CONIATE 2 NUOVE SPECIE. “Prima del presente studio, le più vecchie inclusioni di organismi animali in ambra risalivano a circa 130 milioni di anni fa - spiega Eugenio Ragazzi dell’Università di Padova - la nuova scoperta sposta quindi le lancette indietro nel tempo di ben 100 milioni di anni”. Grazie all’eccezionale stato di conservazione, per due dei tre artropodi sono state coniate anche nuove specie, chiamate Ampezzoa triassica e Triasacarus fedelei, in onore del cortinese Paolo Fedele che nel 1997 ha segnalato il giacimento che ha permesso tutte le successive ricerche.

ADATTAMENTI A PROVA DI ESTINZIONE. “È sorprendente come la morfologia di tali acari triassici sia simile a quella delle specie odierne appartenenti alla famiglia Eriophyoidea - aggiunge Guido Roghi dell’Igg-Cnr - Le caratteristiche comuni, corpo lungo e segmentato, due paia di zampe invece delle quattro solitamente presenti negli acari, un peculiare apparato boccale e artigli piumati, dimostrano che questi artropodi avevano tratti distintivi e specializzati già nel Triassico, decine di milioni di anni prima della comparsa delle angiosperme di cui si nutrono oggi, quando necessariamente si nutrivano di conifere (gimnosperme)”. Quando apparvero le prime piante con fiore, quindi, questi artropodi modificarono le loro abitudini alimentari: “Grazie al loro adattamento ambientale hanno superato le grandi estinzioni al termine del Cretacico (65 milioni di anni fa)”, concludono i ricercatori. “Se nel Permiano (252 milioni di anni fa) si erano estinte il 96% di tutte le specie marine e il 70% di quelle dei vertebrati terrestri, questo studio chiarisce che nel Triassico (230 milioni di anni fa) esistevano organismi animali persistenti anche a cambiamenti enormi”.

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