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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La Finanza scova 700 metri cubi di rifiuti speciali pericolosi in un'azienda in zona industriale

C'erano apparecchiature elettriche ed elettroniche, oltre a 10 autoveicoli, 5 furgoni e 2 autocarri in evidente stato di degrado

Trovati 700 metri cubi di rifiuti sociali pericolosi. Nei giorni scorsi, i finanzieri del comando provinciale di Padova, in collaborazione con personale dell’agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto, dei vigili del fuoco e della polizia locale di Padova, hanno eseguito un controllo presso un’azienda, sita nella zona industriale di Padova, dove poi sono stati i rifiuti. L’attività in rassegna trae origine dai servizi di controllo del territorio svolti dai Baschi Verdi del Gruppo di Padova, i quali avevano notato una vasta zona, verosimilmente adibita a discarica a cielo aperto, anche mediante una ricognizione dall’alto eseguita dalla sezione aerea di Venezia.

I fatti

Accertata la presenza di un’ingente quantità di rifiuti industriali stoccati su una superficie approssimativa di
1.000 metri quadrati, adiacente a un capannone industriale, è stato pianificato un accesso con personale delle
altre Istituzioni interessate, che ha permesso di constatare l’accumulo di materiali ritenuti potenzialmente
dannosi per l’ambiente, tra cui rifiuti speciali pericolosi, i cosiddetti Raee, ovvero rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, oltre a 10 autoveicoli, 5 furgoni e 2 autocarri in evidente stato di degrado. Sono state inoltre rinvenute 16 bombole di gas stoccate in modo pericoloso, così come accertato dal personale dei vigili del fuoco. Un più approfondito controllo ha consentito di riscontrare che la ditta operante all’interno della predetta area era sprovvista, tra l’altro, di qualsiasi autorizzazione per la gestione di un centro di stoccaggio o di una discarica.
Per tali ragioni, dopo aver catalogato i rifiuti presenti, il sito, appositamente delimitato, è stato sottoposto a
sequestro, mentre il titolare della ditta individuale è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Padova per
attività di abbandono, deposito e gestione di rifiuti non autorizzata, fermo restando che, per il principio della
presunzione di innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta ad indagini in relazione alla vicenda in esame
sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

Accertamenti

Sono in corso ulteriori approfondimenti finalizzati all’accertamento dell’eventuale inquinamento ambientale, con contestuale messa in sicurezza dell’area attraverso operazioni di rimozione, recupero e smaltimento dei rifiuti, nonché di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi. Infine, lo stesso soggetto è stato segnalato alla Provincia di Padova per l’accertamento e il successivo recupero della cosiddetta “ecotassa”, ossia il tributo speciale previsto per il deposito in discarica di rifiuti solidi, che si applica anche nei confronti di chi esercita attività di discarica abusiva o abbandona, scarica ed effettua deposito incontrollato di rifiuti.

Zaia

«Settecento metri cubi di rifiuti speciali pericolosi possono essere un grave problema ambientale, con conseguenze ed effetti non sempre prevedibili. Complimenti e grazie alla Guardia di Finanza di Padova che, in collaborazione con la nostra Arpav, con i Vigili del Fuoco e la Polizia Locale, hanno condotto le indagini e gli approfondimenti tecnici necessari ad identificare la discarica. Ora il compito alla magistratura di proseguire il lavoro e accertare in sede giudiziaria le responsabilità - dice il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, riguardo alla scoperta di una importante discarica abusiva nel padovano - .È importante tenere alta l’asticella della sorveglianza ambientale – aggiunge Zaia – in una fase storica nella quale le istituzioni, i cittadini e la grande maggioranza delle imprese stanno cooperando per difendere l’ambiente in cui viviamo. L’operazione di oggi è un esempio della sinergia che può crearsi fra i titolari delle indagini, le forze di polizia e le agenzie per l’ambiente, al fine di identificare le attività illecite che portano pregiudizio all’ecosistema ambientale».

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