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Cronaca

Screening metabolico: via libera a progetto congiunto Padova-Verona

La Regione ha approvato che nel capoluogo euganeo si monitorino i nati nelle province di Padova, Venezia, Treviso e Belluno; in quello scaligero delle province di Verona, Vicenza e Rovigo

Si chiude finalmente l'annosa questione dello screening neonatale allargato per le malattie metaboliche ereditarie. La Giunta regionale, nella sua seduta di martedì, su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto, ha dato il via libera ad un progetto congiunto, che coinvolge le Aziende Ospedaliere di Padova e Verona.

SPARTIZIONE TERRITORIALE E NUOVE ASSUNZIONI. La delibera regionale prevede che nel capoluogo euganeo venga realizzato lo screening sui nati nelle province di Padova, Venezia, Treviso e Belluno (circa 26mila nati l’anno); a Verona quello sui nati nelle province di Verona, Vicenza e Rovigo (circa 19mila l’anno). L’operatività prevede due fasi: una prima che prenderà avvio il primo gennaio 2014; una seconda che si attiverà a seguito di verifica degli esiti della prima. La Giunta ha anche autorizzato l’assunzione del personale necessario: tre collaboratori tecnico professionali laureati, un dirigente biologo e due medici a Verona; un biologo specializzato in medicina di laboratorio, 2 tecnici di laboratorio, una persona di segreteria, un medico per lo screening e uno per la presa in carico assistenziale dei nuovi casi individuati a Padova.

SOLUZIONE DI BUON SENSO. “Abbiamo così dato soluzione – sottolinea Coletto – ad un problema delicato, che coinvolgeva da una parte il centro di riferimento regionale, da anni indicato a Verona, e la necessità di utilizzare al meglio un macchinario specifico donato da una onlus all’Azienda Ospedaliera di Padova, il tutto accompagnato da pesanti polemiche. È stato necessario del tempo ed il lavoro di una commissione di esperti che ringrazio per il supporto dato – aggiunge Coletto – ma ne è uscita una soluzione di buon senso, grazie alla quale potremo offrire il meglio ai circa 45mila neonati che vengono alla luce ogni anno in Veneto. Non solo, ma saremo anche in grado di offrire il servizio alle Regioni limitrofe, cosicchè i numeri di soggetti da sottoporre allo screening raggiungeranno entità tali da sostenere ulteriormente lo sviluppo dei due centri operativi”.

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