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Cronaca

Secessionisti, al via interrogatori anche per i 3 padovani arrestati

Saranno sentiti dal gip per rogatoria nei vari carceri veneti in cui si trovano. Sono i "Serenissimi" della prima ora, già processati per l'assalto a San Marco del '97, Contin e Faccia, e l'ex ultrà biancoscudato Lovato

Al via da venerdì, davanti al gip, i primi interrogatori dei 24 veneti e lombardi arrestati nell'inchiesta della procura di Brescia sul gruppo secessionista "Alleanza" che stava organizzandosi, anche attraverso la costruzione del "tanko" a Casale di Scodosia, per "l’occupazione di piazza San Marco, diretto a costringere i singoli poteri pubblici ad acconsentire all’indipendenza del Veneto e di altre regioni del Nord Italia, determinando lo scioglimento dell’unità dello Stato". Gli interrogatori si tengono per rogatoria nei vari carceri veneti in cui si trovano gli arrestati.

VIDEO: Guarda la costruzione del "tanko" - NEL PADOVANO: Indagato anche un poliziotto e ritrovato anche il vecchio "tanko" del '97 - BITONCI (LEGA): "Macché terroristi, vanno subito scarcerati"

I TRE PADOVANI. Tra i primi a comparire davanti al gip anche i tre padovani coinvolti nell'inchiesta in quanto ritenuti tra gli esponenti di spicco del gruppo secessionista. Sentiti così Flavio Contin, il 72enne ai domiciliari già protagonista dell’assalto al campanile di San Marco del 1997 con la prima versione del mezzo blindato, il "tanko" che nelle ultime ore sta facendo "impazzire" il web, scatenato nel proporre versioni improbabili di veicoli corazzati saccheggiati dalla rete. Contin si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nel carcere Due Palazzi a Padova si trova invece Riccardo Lovato, il 44enne magazziniere padovano, ex ultrà biancoscudato, che a sua volta non ha risposto alle domande del giudice. Infine Luigi Faccia, il 60enne di Agna, è recluso invece nel carcere di Vicenza, anch'egli appartiene ai "Serenissimi" della "prima ora" processati per l'assalto del '97. Avvalsosi della facoltà di non rispondere, Faccia ha voluto leggere al giudice una sua breve dichiarazione. "Come responsabile del Veneto Fronte di Liberazione, servitore della Veneta Serenissima Repubblica - ha detto - mi dichiaro prigioniero di guerra". Lo hanno riferito i difensori dell'uomo, gli avvocati Alessandro Zagonel e Andrea Arman. Piccola schermaglia con il giudice e la cancelliera anche al momento delle generalità, quando Faccia, alla domanda sulla propria nazionalità, ha risposto: "veneta".

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