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Cronaca

Sequestrato il tesoretto dell'affiliato all'ndrangheta “Gheddafi”

La Dia di Padova ha sequestrato immobili tra le province di Verona e Catanzaro per 3 milioni di euro riconducibili al crotonese Domenico M., sospettato di essere affiliato alla cosca calabrese Dragone, che opera anche con ramificazioni nel Nord Italia

Oltre a numerosi precedenti e condanne per sequestro di persona, omicidio colposo, ricettazione e bancarotta fraudolenta, è sospettato di essere affiliato alla cosca della 'ndrangheta calabrese Dragone, operante nella zona di Cutro (Crotone) con ramificazioni nel Nord Italia, soprattutto nella provincia di Reggio Emilia.

“GHEDDAFI”. Da tempo residente nel veronese con la sua famiglia, il crotonese Domenico M., 51 anni, detto “Gheddafi”, è stato raggiunto da una misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per due anni. L'uomo, pluripregiudicato con alle spalle condanne per sequestro di persona, omicidio colposo, ricettazione e bancarotta fraudolenta, si era stabilito nel Nordest molto probabilmente a seguito della cruenta guerra di mafia scoppiata negli anni 90 con l'opposta cosca Grande Aracri, che aveva visto il prevalere di quest'ultima e si era conclusa nel 2004, con l'assassinio del leader Antonio Dragone. Qui "Gheddafi" aveva continuato a svolgere attività criminali, tanto da spingere gli investigatori a compiere indagini sul suo conto. Alla base del provvedimento di sequestro, gli accertamenti compiuti su di lui relativamente al decennio 1997-2004 hanno rivelato che, pur essendo in possesso di diversi beni immobili e quote societarie, il crotonese aveva dichiarato soltanto 40 mila euro in dieci anni. Per eludere la giustizia questo si serviva di una serie di prestanomi, tra cui ad esempio il figlio di una sua ex convivente, Renato M., legale della società fittizia "Immobiliare romana srl", cui era intestata la grande abitazione di "Gheddafi".

Sequestro della Dia di immobili ad affiliato dell'ndrangheta

BENI SEQUESTRATI. 3 milioni di euro il valore corrispettivo dei beni immobiliari sequestrati dalla Dia (Direzione investigativa antimafia) di Padova, coordinata dalla Dda di Venezia, tra le province di Verona e Catanzaro. Si tratta di tre abitazioni a Zimella, località del veronese, una a Gazzo, nella medesima provincia e una a Cropani, nel capoluogo Calabro. I sequestri hanno interessato anche quote rilevanti di una società edile della città scaligera.

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