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Cronaca

Maxi sequestro di 400 chili di droga e oltre 5.300 piante: sgominata un'organizzazione cinese

L'indagine ha evidenziato per la prima volta nel Nordest gravi elementi probatori nei confronti della criminalità cinese, la quale risulterebbe coinvolta nel traffico internazionale di droga anche su larga scala e che solitamente, invece, predilige altre attività illecite

Ogni componente dell'associazione criminale aveva il suo ruolo. C'era il coltivatore e il produttore di droga, c'era chi si occupava della logistica, chi curava i rapporti con l'estero. Insomma, un'azienda a tutti gli effetti. Peccato che il traffico fosse illecito e alla fine i militari di Ferrara, sotto la supervisione del tenente colonnello Mauro Maronese hanno chiuso il cerchio e sono scattate le misure restrittive. Quasi 400 chilogrammi di droga e oltre 5.300 piante di sostanze stupefacenti: è questo, in sintesi, il resoconto di un’intesa attività d’indagine, avviata nel 2018 dalla procura distrettuale di Venezia e delegata ai carabinieri del Reparto operativo del Comando di Ferrara coadiuvati dai colleghi di Padova, Prato e Vicenza.

Il sequestro

L’operazione, denominata "Express 2018", ha portato - come riporta FerraraToday - all’esecuzione di 21 misure cautelari e 4 arresti a carico di cittadini cinesi, presunti responsabili, a vario titolo, di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Le perquisizioni e i relativi arresti hanno interessato in Veneto le province di Padova, Rovigo e Vicenza. Nel dettaglio, i militari hanno sequestrato 353 chili di infiorescenze di cannabis, 19 chili di hashish, 15 chili di cristalli grezzi di Mdma (ecstasy), 2 chili di chetamina, 4 chili di semi di cannabis e 5.374 piante. Si tratta, di fatto, di una notizia che cambia radicalmente lo scenario della criminalità. L’indagine, infatti, ha evidenziato, per la prima volta nel Nord-Est Italia, gravi elementi probatori nei confronti della criminalità cinese (la quale risulterebbe, appunto, coinvolta nel traffico internazionale di droga, anche su larga scala), che solitamente predilige altre attività illecite. Ad ogni modo, l’indagine ha preso il via nel 2018 quando i carabinieri del Nucleo investigativo di Ferrara, nell'ambito di un monitoraggio delle spedizioni internazionali di colli in partenza dal territorio, ne hanno intercettati due sospetti, che durante l’ispezione sono risultati contenere Mdma e marijuana. Da qui, l’autorità giudiziaria veneziana ha voluto approfondire la questione.

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Le indagini

È stato così scoperto un importante traffico internazionale. In sintesi, la droga veniva prodotta in Spagna, quindi smistata nel NordEst (dove esistevano anche siti produttivi) e, infine, inviata in Olanda, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti d’America. Da quanto è emerso, il tutto sarebbe stato organizzato con una precisa ripartizione di ruoli e responsabilità, suddividendosi ‘a compartimenti stagni’ i compiti direttivi, logistici e di supervisione delle spedizioni. Le indagini, particolarmente complesse, sono state condotte sia ricorrendo a metodi investigativi classici (servizi di osservazione, controllo e pedinamento degli indagati, ascolto di migliaia di ore di intercettazioni tra presenti e telefoniche, analisi della corposa documentazione acquisita), sia mediante l'utilizzo di moderne tecnologie volte a disarticolare le sofisticate metodologie criminali adottate dagli indagati. Secodo i primi riscontri raccolti in Italia non si era mai vista un'associazione così ben radicata, che si muoveva nell'ombra, con professionisti dello spaccio che mantevano sempre e comunque un profilo basso per non dare nell'occhio.

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