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Cronaca Campodarsego

Il "tarocco" finisce in vetrina con le grandi marche, accertamenti su una ditta padovana

Maxi sequestro della Finanza. Requisiti 2mila metri quadri di falsi tessuti di lusso. Denunciati i cinque responsabili di altrettante attività tra Cazzago, San Donà, Ceggia e Arezzo. Accertamenti documentali su una piccola realtà imprenditoriale di Campodarsego

Tessuti "taroccati" delle migliori marche con cui produrre potenzialmente centinaia di capi d'abbigliamento d'alta moda o elementi d'arredo per interni di lusso. Tutto rigorosamente contraffatto. La Guardia di Finanza, al termine di indagini durate circa 3 settimane, ha sequestrato 2mila metri quadri di prodotto irregolare. Una superficie con cui si potrebbero coprire otto campi da tennis di prodotti con marchio "“Burberry” (il 90% della merce requisita era di questo brand), “Gucci”, “Fendi” e “Louis Vuitton”. Le operazioni, da parte del Comando provinciale delle fiamme gialle, sono scattate nel Veneziano, a San Donà, Cazzago di Pianiga e Ceggia, e ad Arezzo. Cinque le persone denunciate, tutte italiane, in quanto titolari o legali rappresentanti dei cinque esercizi coinvolti nel presunto traffico illecito. C'è anche una piccola realtà imprenditoriale di Campodarsego, nel Padovano, su cui si stanno concentrando accertamenti documentali.

PERQUISIZIONI. Le perquisizioni, che sono scattate al termine delle indagini, secondo le fiamme gialle avrebbero permesso di individuare e scardinare l’intera filiera che distribuiva in tutta Italia tessuto contraffatto. L'input all'indagine è arrivato grazie a un controllo di routine: i militari hanno notato che, nella vetrina di un negozio situato nel centro di San Donà di Piave (Venezia), insieme a tessuti regolari, ne venivano esposti altri con ogni probabilità contraffatti, peraltro venduti a un costo al metro quadro molto elevato. Dopo alcuni approfondimenti, effettuati anche in borghese, i sospetti si sono rivelati fondati, poiché, subito dopo l’ingresso nel negozio, i militari hanno notato esposti per la vendita, accanto a rotoli di tessuto “originale”, dei rotoli di tessuto "ingegnosamente" (si legge così nella nota inviata dalla finanza) contraffatto.

ALL'APICE DELLA FILIERA. Dall’analisi dei documenti fiscali ed amministrativi e dalle interrogazioni effettuate nelle banche dati a disposizione del Corpo, è risultato che l’illegale distribuzione era opera di ditte gestite da cittadini italiani situate in provincia di Venezia e Padova, nonché ad Arezzo. La merce "sandonatese", in un negozio dedicato a tendaggi e altro materiale del genere, era stato acquistato da una società a responsabilità limitata di Arezzo, dove i finanzieri si sono imbattuti in tessuti contraffatti di varie marche (circa 700 metri quadrati di "Burberry"). In questo modo si è risaliti all’apice della filiera, mettendo la parola fine al sistema, che chiaramente danneggia i produttori di beni "originali". Un altro canale indipendente di approvvigionamento era una "srl" di Ceggia, che a sua volta riforniva una ferramenta di Cazzago di Pianiga dove qualche giorno fa è stato trovato sempre tessuto Burberry contraffatto. Era stato acquistato dalla società di Ceggia, dove giovedì sono stati requisiti circa mille metri quadri di merce. Il commerciante di Cazzago pare non fosse a conoscenza che quel tipo di disegno (inconfondibile) fosse soggetto a brevetto, ma la merce irregolare c'era. Quindi anche per lui è scattata la denuncia.

MAXI-SEQUESTRO. L’operazione si è conclusa con il sequestro di 2mila metri quadri di tessuto contraffatto. I quali avrebbero fruttato, al dettaglio, circa 500mila euro. I cinque commercianti implicati dovranno rispondere dei reati di ricettazione, produzione e vendita di articoli contraffatti, alterazione di segni distintivi di prodotti industriali e commercio di prodotti con segni mendaci.

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