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Cronaca

Sgomberata all'alba la Casetta del Popolo Berta: nove gli attivisti denunciati a maggio

Giovedì la polizia in collaborazione con le altre forze dell'ordine ha dato esecuzione allo sgombero dell'ex centro anziani occupato da inizio maggio nel quartiere Arcella

All'alba di giovedì la polizia è entrata in azione in via Cardinal Callegari per sgomberare Berta, la casetta del popolo nata il primo maggio con l'occupazione messa in atto dagli attivisti del collettivo Catai, afferenti a Potere al Popolo.

Il blitz

Il blitz ha coinvolto i reparti mobili della polizia e i carabinieri che dalle 6.30 con i blindati hanno bloccato parte della via a partire dall'incrocio con via Tiziano Aspetti. All'arrivo delle forze dell'ordine nello stabile al civico 5, che negli anni aveva ospitato sia un centro anziani che la sede della consulta di quartiere, non vi erano attivisti all'interno. Si sono radunati poco dopo a qualche decina di metri di distanza, oltre il cordone di sicurezza. Nell'edificio è stato inventariato il materiale presente, poi prelevato da una ditta di traslochi. Svuotato lo stabile ne sono state murate le finestre e sigillato l'ingresso. Lo sgombero è stato eseguito su disposizione del Gip del tribunale di Padova che ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo. A chiederne la liberazione era stato Ater, proprietario dell'immobile che era già stato destinato alla vendita.

Le denunce

Una trentina i manifestanti che si sono radunati all'incrocio con via Aspetti dopo una serie di appelli via social network. La protesta è durata circa quattro ore ma non si sono registrati tafferugli né momenti di tensione. Gli attivisti del collettivo Catai avevano occupato lo spazio poi intitolato a Berta Càceres lo scorso primo maggio, destinandolo a una lunga serie di attività sociali e collettive, dal doposcuola per bambini a sportelli legali e sanitari gratuiti. In seguito all'occupazione nove di loro erano stati indagati e denunciati dalla Digos per invasione di edificio. Ulteriori indagini sono in corso per identificare eventuali altri partecipanti.

Il sindaco Giordani

«C’è un provvedimento del giudice che in quanto tale va rispettato. Al netto delle strumentalizzazioni penose di qualcuno credo che il ragionamento sia più ampio. Se da un lato serve agire sempre nei binari della legalità, dall’altro gli enti pubblici non possono lasciare nell’abbandono spazi di loro proprietà, specie nelle zone reidenziali, perché questo può generare situazioni non positive» ha commentato il primo cittadino «Questo vale per il Comune e per tutti».

L'assessore Nalin

Sulla sua pagina Facebook Marta Nalin, assessore ai Servizi sociali del Comune, ha chiosato: «Tenere spazi vuoti in città è una pratica che non valorizza il patrimonio pubblico. Tenerli vuoti per venderli non può essere una soluzione, soprattutto in aree dove tante realtà attive chiedono spazi per svolgere i loro servizi. Casetta Berta è un’esperienza che stava diventando punto di riferimento per molte e molti all’Arcella. Uno spazio vuoto per usare il quale sono state fatte numerose richieste ad Ater, tutte cadute nel vuoto. Ci auguriamo che la Regione e la sua azienda territoriale ripensino il loro piano di valorizzazione del patrimonio pubblico, che dovrebbe essere messo a disposizione delle persone che vivono sul territorio. Noi siamo a disposizione, come dimostrato in altre occasioni, per trovare una soluzione che possa rispondere alle esigenze del quartiere e delle persone che lo vivono».

Lo sgombero di Casetta Berta da parte della polizia

Potere al Popolo

«Questa mattina hanno sgomberato la Casetta del popolo di via Callegari. L'hanno fatto senza preavviso, bloccando la strada con un assurdo dispiegamento di polizia, portando via tutto quello che avevamo dentro, senza considerare la nostra volontà di regolarizzare i rapporti e le mille firme raccolte in sostegno dell'assegnazione dello spazio. Dal primo maggio, giorno della riapertura alla città dopo anni di abbandono e incuria, Berta è diventata un punto di riferimento per il quartiere e i suoi abitanti. Da questa mattina lo sportello salute, lo sportello psicologico, quello sulla casa e sul lavoro, il doposcuola, i corsi di italiano, di yoga e altre arti, i cineforum, i pranzi popolari, i concerti e tutte le altre attività non si potranno più fare. Perché l'hanno sequestrata e murata, chiudendo con i mattoni ogni finestra e spiraglio da cui entrava la luce. La proprietà dello stabile evidentemente la preferisce così. Ater infatti vuole liberarsene, venderla a privati, non certo renderlo un luogo aperto alle persone e al quartiere. E parliamo della stessa Ater che tiene centinaia di appartamenti vuoti, sempre per svenderli, e che adesso con la legge regionale 39/2017 voluta dalla Lega incasserà 21 milioni dagli aumenti spropositati degli affitti contro cui stanno lottando centinaia di inquiline e inquilini, che anche alla Casetta Berta avevano trovato un luogo di supporto e organizzazione. L'esperienza della Casetta Berta non finirà con uno sgombero, perché il seme che abbiamo piantato ha già messo radici e fatto crescere qualcosa. Per oggi pomeriggio è già convocata un'assemblea aperta per capire come rispondere allo sgombero».

Il senatore Ostellari (Lega)

«Chi rappresenta le istituzioni non può difendere l’illegalità. Questo non è un ragionamento complesso, è l’abc del diritto e della democrazia. Siccome Coalizione Civica non riesce a comprenderlo, faccia dimettere tutti i suoi rappresentanti dall’Amministrazione e dal Consiglio comunale di Padova. Non puoi stare contemporaneamente con lo Stato e contro lo Stato, nelle Istituzioni e contro le Istituzioni. “Casetta Berta” non è stata sgomberata da un’entità generica, così come sembra trasparire dal commento che appare sulla pagina Facebook di Coalizione civica. È stata la Polizia di Stato a sgomberarla. Che è autorità nazionale di pubblica sicurezza. Perché gli arancioni non hanno il coraggio di chiamare le cose per nome? Perché giustificano occupazioni abusive? Come mai non rinunciano alle posizioni che hanno assunto all’interno di Istituzioni a cui non credono? Se vogliono stare fuori dallo Stato, lascino anche le poltrone o chiedano scusa - dichiara il senatore padovano della Lega, Andrea Ostellari, presidente delle Commissione giustizia a palazzo Madama - Esprimo la mia totale solidarietà alle Forze dell’ordine, ai Carabinieri e a chi li rappresenta. Sono certo che nonostante l’ennesimo chiaffo, continueranno a lavorare duro per difendere la legalità».

Eleonora Mosco

Così l'ex vice-sindaco e consigliere comunale Eleonora Mosco: «Un encomio e un sentito plauso da cittadina prima ancora che da rappresentante istitizionale, al Prefetto, Questore e alle forze dell ordine perché  il principio di legalità resti presidio fisso e inviolabile della nostra città. Tanti cittadini ogni giorno mi scrivono, mi chiamano e incontro nei quartieri  per chiedermi di far sentire la loro voce. È la voce della legalità. È per questo che penso ad una Padova diversa , una Padova dove vi sia un ‘ Amministrazione che anche su questo tema sia chiara, che aiuti chi rispetta le regole e non dia invece la precedenza a chi vive nell illegalità».

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