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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Sindone, l'università ricostruisce le "migrazioni" della reliquia cristiana

La ricerca dell’ateneo di Padova , in collaborazione con quelli di Pavia e Perugia, è consistita nell'analisi di campioni di dna genomico. I risultati dello studio sono compatibili con due possibili scenari

Molte delle specie vegetali identificate sulla Sindone in base al dna cloroplastico hanno avuto origine e sono diffuse in Europa centrale e nelle regioni del bacino del Mediterraneo, dalla Penisola Iberica al Medio Oriente. Inoltre, non è trascurabile la presenza di alcune specie esotiche introdotte in Europa dall’America settentrionale e meridionale, e dall’Asia centrale e orientale. Le varie specie vegetali e le numerose famiglie tassonomiche identificate suggeriscono che molte delle contaminazioni ambientali della Sindone potrebbero essersi verificate nel corso degli ultimi secoli, dopo i viaggi di Marco Polo e Cristoforo Colombo, e sarebbero compatibili con lo scenario secondo cui questo lenzuolo potrebbe essere stato esposto in diverse località del bacino del Mediterraneo. Per quanto riguarda le tracce umane, le tipologie di dna mitocondriale rilevate sulla Sindone non sono rappresentative di tutta l’umanità, ma di un ampio sottoinsieme di lignaggi (aplogruppi) che caratterizza in maniera distintiva diverse popolazioni dell’Eurasia occidentale.

LO STUDIO DELL'UNIVERSITÀ DI PADOVA. È quanto emerge da un un progetto di ricerca finanziato dall’università di Padova e condotto in collaborazione con le università di Pavia e Perugia, che ha analizzato campioni di dna genomico isolato da residui organici di varia origine, provenienti da polveri aspirate nel 1978 dalla parte posteriore della Sindone e da porzioni prelevate dal bordo laterale usato nel 1988 per la datazione della Sindone con radiocarbonio.

I RISULTATI DELLA RICERCA. "Le nostre analisi - spiega Gianni Barcaccia, docente del dipartimento di Agronomia, alimenti, risorse naturali e ambiente dell’università di Padova e coordinatore della ricerca - hanno evidenziato la presenza di almeno 19 specie vegetali, di diversa natura tassonomica: non solo piante comuni nel bacino del Mediterraneo ma anche piante con centro primario di origine in Asia, soprattutto Cina, Medio Oriente e nelle Americhe, alcune introdotte nel Vecchio Mondo in un intervallo storico verosimilmente successivo al XII secolo. Per quanto riguarda i lignaggi umani, le nostre analisi hanno rilevato sequenze provenienti da almeno 14 soggetti di diversa origine etnica,  riconducibili a un numero limitato di aplogruppi eurasiatici, inclusi alcuni noti per essere tipici dell’Europa occidentale e dell'Africa nord-orientale, altri comuni in Medio Oriente, dalla Penisola Arabica alla Regione Caucasica, e anche aplotipi rari del sub-continente Indiano".

DUE POSSIBILI SCENARI. I risultati dello studio sono compatibili con due possibili scenari: nel caso di una origine medievale della Sindone, le persone che sono venute in suo contatto in Europa occidentale dal 1300 in poi lasciandovi traccia del proprio dna, forse mosse dal culto per tale importante reliquia cristiana, provengono da diverse aree geografiche e hanno diverse appartenenze etniche; in alternativa, nel caso di una sua origine mediorientale, la Sindone nel corso di 2000 anni è stata spostata in tutta l’area del Mediterraneo, di conseguenza venendo in contatto con una vasta gamma di persone geneticamente ed etnicamente diverse, in un arco di tempo ben più lungo.

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