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Cronaca Prato / Prato della Valle

Sla, il centro di Padova per il Triveneto funziona solo grazie al volontariato

La presidente di Asla denuncia il mancato riconoscimento dell'ospedale di Padova come centro per il Triveneto di diagnosi e cura per la malattia. Domani in Prato la tappa conclusiva di "Una corsa contro la Sla" con i podisti locali di "Corri per Padova"

Se fino ad oggi i malati di Sla hanno potuto trovare una valida assistenza a Padova è anche grazie ad iniziative di raccolta fondi e solidarietà portate avanti dall’Asla (Associazione sclerosi laterale amiotrofica). Come “Una corsa contro la Sla” che domani, 22 giugno, si unirà ad un’altra iniziativa di solidarietà che vede coinvolto il mondo del podismo, il “Corri per Padova”.

“Sono tre anni che Michele Roveredo corre per l’Italia, facendo tour sempre più ampi, per portare il suo messaggio di sensibilizzazione sulla malattia – ha detto la presidente di Asla, Daniela Fasolo – È stupendo vedere come la sua iniziativa abbia suscitato solidarietà ovunque, sarà ancor più emozionante quando il 22 giugno la sua maratona si concluderà a Padova”.
 
750 i chilometri percorsi da Roveredo. A Padova, in Prato della Valle, assieme ai “veri eroi” incontrerà il grande gruppo di podisti che settimanalmente partecipa al “Corri per Padova”: insieme concluderanno la tappa.
 
Padova è un luogo importante per i malati di Sla del Triveneto, è principalmente qui che vengono effettuate le procedure di diagnosi e cura della malattia, ma nell’assenza di un supporto adeguato da parte della Regione. “È solo grazie alla volontà di alcuni medici dell’azienda ospedaliera e al volontariato che i malati di Sla del triveneto possono accedere a servizi di diagnosi e cura – sottolinea la Fasolo - Ufficialmente, però, nel Veneto il centro regionale di riferimento non esiste. La mancanza di riconoscimento non è solo una questione formale ma, soprattutto, una questione di organizzazione e risorse: tutto viene lasciato sulle spalle del volontariato e del senso di responsabilità di alcuni medici. Entro il 2010 la Regione doveva dare la lista dei nuovi centri, ma non se ne è fatto nulla”.

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