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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Montà / Via Due Palazzi

Carcere, allarme sovraffollamento Associazioni invocano un garante

Esplosiva la situazione al Due Palazzi: 245 persone a fronte di una capienza massima di 98 nella struttura che ospita i carcerati in attesa di giudizio, 886 presenze contro una capacità di 350 nella casa di reclusione

Il recente suicidio di un ventenne di origine marocchine al carcere di Padova - vicenda dai torbidi contorni sulla quale è stata aperta un'inchiesta - riapre l'ormai annoso problema del grave sovraffollamento che regna nel Due Palazzi, una struttura lodata a livello nazionale per i suoi standard di sicurezza e le attività di recupero ma per niente immune dalla strabordante quantità di carcerati che superano di gran lunga le soglie massime di capiena previste per legge. Come riportano i quotidiani locali, numerose associazioni che gravitano nel settore si sono riunite chiedendo con forza misure efficaci fra cui l'introduzione di un garante dei detenuti.

IL SOVRAFFOLLAMENTO. La situazione è esplosiva sia nella casa circondariale, dove stazionano i detenuti in attesa di giudizio (245 presenze a fronte di una capienza massima di 98) sia nella casa di reclusione, dove si registrano 886 carcerati contro una capacità di 350.

PROBLEMI SANITARI. La mancanza di spazio vitale, anche per i bisogni di prima necessità, oltre ad un'altissima tensione, sta causando problemi anche di ordine igienico e sanitario. Si ammalano i detenuti e a volte anche gli agenti penitenziari che, cronicamente sotto organico, sono sottoposti a turni massacranti a contatto con situazioni difficili che sarebbero di competenza di educatori e psicologi, anche loro troppo pochi a fronte di una tale emergenza.

L'ALLARME DELLE ASSOCIAZIONI. A chiedere a gran voce la messa in campo immediata di misure efficaci numerosi rappresentanti di sigle e associazioni: Antigone, Camera penale e Camera del lavoro, Ristretti orizzonti, Giuristi democratici, il gruppo "Noi famiglie padovane contro l'emarginazione", il fondatore dei Beati costruttori di pace don Albino Bizzotto e alcuni sindacalisti dei poliziotti penitenziari. A loro si sono uniti il consigliere regionale e segretario cittadino del Pd, Piero Ruzzante e la consigliera comunale democratica Nona Evghenie.

LE RICHIESTE. In testa alle rivendicazioni delle associazioni c'è l'istituzione, per la struttura padovana, di un garante dei detenuti, figura già presente in altre realtà venete. I vari gruppi poi chiedono l’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento giuridico italiano e il rafforzamento delle misure alternative (che, dati alla mano, riducono fortemente la recidività dei reati). Nel mirino poi c'è la legge Fini-Giovanardi che, espandendo il ricorso alla custodia cautelare in carcere ai reati minori, ha di fatto aumentato vertiginosamente gli ingressi nei penitenziari.

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