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Cronaca Cave / Via Chiesanuova

Sorpreso a spacciare davanti al centro parrocchiale di via Chiesanuova: arrestato

In manette, per spaccio con l’aggravante di aver svolto l’attività illecita vicino a luoghi frequentati da minori, è finito J.S, 30enne tunisino

Spacciava davanti al centro parrocchiale in via Chiesanuova a Padova. 

"BECCATO" A CEDERE COCAINA. Nel primo pomeriggio di lunedì, vicino all'oratorio della chiesa, una pattuglia della sezione Volanti della Questura di Padova ha notato un tunisino cedere droga ad un uomo fermo in strada in compagnia di un’altra persona. Scesi dall’auto di servizio, uno dei due agenti è riuscito a bloccare l’acquirente, un catanese 39enne residente a Padova, e l’uomo che era con lui, un padovano 42enne; mentre il secondo poliziotto si è lanciato all’inseguimento del tunisino fuggito all’interno del vicino bar cinese.

DROGA NEL WATER. Nel tentativo di eludere il controllo di polizia, lo straniero si è nascosto nella toilette del locale, dove è stato raggiunto dall’agente. Alla vista del poliziotto, il pusher si è disfatto di una dose di cocaina gettandola nel water, poi recuperata dagli agenti all’interno della fossa biologica posta nel retro del bar. A seguito della perquisizione effettuata dai poliziotti, l’acquirente è stato trovato in possesso di una dose di cocaina acquistata dal tunisino per 50 euro, mentre lo spacciatore della somma di 255 euro, suddivisa in diversi tagli, provento dell'attività illecita.

PUSHER IN MANETTE. Gli agenti hanno esteso la perquisizione, con esito negativo, anche all’autovettura Skoda del pusher, parcheggiata davanti alla chiesa e all’appartamento, in via Torino a Legnaro, dove lo straniero abita con la moglie, un’italiana di 29 anni. I tre sono stati portati in Questura, dove l’extracomunitario, identificato per J.S, 30enne tunisino, è stato arrestato per spaccio con l’aggravante di aver svolto l’attività illecita vicino a luoghi frequentati da minori, mentre il catanese è stato sanzionato amministrativamente per uso personale di sostanza stupefacente. Il telefono cellulare utilizzato dal tunisino per svolgere l’attività di spaccio e la cocaina rinvenuta nella fossa biologica sono stati sequestrati.

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