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Cronaca

Lo street artist Any porta New York per le vie di Padova

C’è un pezzetto della “grande mela” anche a Padova. A portarcelo è Any, artista padovano con la grande passione per New York

Può capitare, passeggiando per le vie del centro di Padova, di imbattersi nel ponte di Brooklyn, che notoriamente è a New York ma l’arte si sa, avvicina e abbatte le distanze. Così c’è un pezzetto della “grande mela” anche a Padova. A portarcelo è Any, artista padovano con la grande passione per New York. La sua produzione artistica è tutta incentrata sull’amore che lo street artist ha per quella città che frequenta da tantissimi anni, ogni volta che si può. «Amo New York, ho scelto il ponte come sintesi, mi piace l’idea del collegamento, del punto di passaggio da una parte all’altra. Ogni volta che vado a New York lo ripercorro come se fosse la prima e ogni volta scopro qualcosa di nuovo. Considera che la prima volta ci sono andato più di vent’anni fa». Ti firmi Any, un gioco di parole che ruota attorno a due concetti: «Any significa chiunque, qualsiasi cosa. Ma può essere interpretato come “about New York” allo stesso tempo».

La tecnica che utilizza è quella di disegnare su dei fogli ogni momento della scena che vuole raffigurare prima di aggredirla con lo spray. Ogni disegno viene ritagliato in maniera certosina e ogni pezzo va a formare uno strato dell’opera. Non proprio un lavoro semplicissimo, ci vuole mano ferma e tanta, tanta pazienza, a ritagliare ogni particolare. «Per riprodurre le tipiche scale antincendio che caratterizzano i palazzi di Soho ho dovuto preparare dodici di queste maschere, che è poi la parte più complicata di tutto il lavoro. Prima i dodici disegni, uno per foglio, poi il lavoro di ritaglio. Solo a quel punto si può pensare si può cominciare a lavorare sulla tela o su una parete. Non semplicissimo da fare in strada, perché per ognuna delle dodici maschere che vanno a fissare forme, ombre e colori su un muro, ci vuole anche il tempo affinché il colore si asciughi. Nonostante questo voglio riprodurla anche su un muro della città, sto capendo dove». La street art se da una parte è elogiata, a opera finita chiaramente, è anche osteggiata da regole che non sempre aiutano l’espressione di una forma artistica attualissima e diffusissima. Padova ha in questo senso una storia importante perché i suoi artisti si sono fatti conoscere in tutto il mondo, terreno fertile quindi per artisti.

L’ambiente dove lavora è circondato da oggetti che ricordano New York. Sulle pareti i suoi quadri, personaggi di Guerre Stellari, il ponte, la metropolitana di New York. Vicino a questi i lavori che faceva quando era molto più giovane. «Ho sempre disegnato, dipinto, fatto quadri. Poi però una serie di vicissitudini mi hanno un po’ distolto da questo mio primo amore che è riemerso sorprendendo anche e me e ora gli dedico tantissimo tempo. Non è la mia prima occupazione ma tutto il tempo che ho a disposizione lo impiego in questo». Ovunque attorno a Any, sia nel laboratorio che a casa, richiama all’arte. Il cinema, la fotografia e naturalmente i quadri. «Per me, fino da quando ero ragazzino e facevo l’accademia di belle arti, l’artista di riferimento è sempre stato Magritte. Quello che ho sempre più amato perché sperimentatore, era già proiettato al futuro». Oltre che sui muri della città, le opere di Any si sono già potute ammirare in ghetto, nella galleria d'arte di Carlo Silvestrin. 

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