La terza dose aiuta contro Omicron: lo studio dell'Istituto zooprofilattico
L’Istituto ha isolato, primo in Italia, il virus della variante Omicron per poi testare i sieri di soggetti vaccinati con 2 o 3 dosi, al fine di verificare l’efficacia dei vaccini
La terza dose contribuisce a bloccare la variante Omicron. Lo conferma uno studio ora al vaglio dei revisori dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie.
Lo studio
A sole tre settimane dal sequenziamento della prima variante Omicron, rilevata in Veneto grazie all’attività di sorveglianza svolta sul territorio dalle aziende sanitarie e dalla rete regionale dei laboratori di Microbiologia, il 23 dicembre i virologi dell’Istituto zooprofilattico hanno concluso le analisi in vitro in grado di saggiare la capacità neutralizzante degli anticorpi contro Omicron e stimare l’efficacia protettiva dei vaccini. Ricorrendo ai nuovi laboratori BSL3 l’Istituto ha potuto isolare, primo in Italia, il virus della variante Omicron per poi testare i sieri di soggetti vaccinati con 2 o 3 dosi, al fine di verificare l’efficacia dei vaccini. «I risultati presentati in conferenza stampa ed ora al vaglio dei revisori - spiega Antonia Ricci, direttrice generale dell’Istituto zooprofilattico – confermano quanto di recente pubblicato su Nature da prestigiosi gruppi di ricerca. Nonostante la protezione indotta dalle due dosi degli attuali vaccini sia notevolmente ridotta nei confronti della variante Omicron, la terza dose contribuisce ad un rialzo significativo degli anticorpi neutralizzanti, garantendo livelli di protezione soddisfacenti». Dal 16 dicembre si possono vaccinare i bambini tra i 5 e gli 11 anni e il direttore dell’Infettivologia pediatrica dell’Azienda ospedaliera di Padova, Carlo Giacquinto, sottolinea: «L’Istituto superiore di sanità ci ricorda che il 28% dei casi si registra in età scolare fungendo da volano dell’infezione tra gli adulti. Con questo studio vediamo che la protezione indotta dall’infezione nei più piccoli non protegge contro Omicron e che solo grazie agli elevati titoli anticorpali indotti dal vaccino sarà possibile ridurre la catena delle infezioni e tutelare i più giovani dalle forme più serie di Long-Covid e permettere di andare a scuola tranquillamente e riprendere la socialità essenziale per lo sviluppo dei bambini».
Anticorpi
Il dottor Francesco Bonfante, ricercatore responsabile di un gruppo di ricerca di virologia, è andato ancora più nello specifico per far comprendere l'importanza del vaccino anche contro questa variante: «Ci siamo concentrati sugli anticorpi neutralizzanti, quelli cioè che prevengono l'infezione, accelerano la guarigione e riducono il contagio. Serve un laboratorio altamente specializzato, per questo lavoro, e l'Istituto zooprofilattico delle Venezie ce l'ha e abbiamo potuto lavorare in sicurezza», ha premesso Bonfante. «Con campioni di lavoratori sanitari dell'azienda ospedaliera universitaria di Verona e di Padova, abbiamo verificato la presenza di anticorpi neutralizzanti per l'Omicron prima e dopo la terza dose di vaccino. Prima della dose booster solo il 5% erano protetti, dopo il 75% e con dato più alto della soglia di protezione. Per quanto riguarda la Delta, prima della terza dose erano protetti il 67% e dopo il 94%. Per la protezione da malattia grave (intubati in ospedale) da Omicron la soglia di anticorpi neutralizzanti necessari è bassa, quindi con la terza dose il 93% dei vaccinati è protetto e con quantità di anticorpi alta». Insomma, lo studio pare non lasciare dubbi: «La terza dose è assolutamente necessaria e tra 5-6 mesi, quando i vaccini saranno aggiornati, saremo ancora più tranquilli. La prossima dose, tra qualche mese, sarà pienamente protettiva per Omicron».