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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Tagli alle professioni sanitarie: Università costretta ad una sforbiciata di 91 posti

È questo l'effetto decreto firmato dal ministro dell'Università e della Ricerca, Valeria Fedeli. Duro l'intervento del governatore Zaia: “Stia tranquilla Roma, così facendo non chiederemo nulla al Governo nazionale. Semplicemente ci arrangeremo"

Padova perde in totale 91 posti nei corsi di laurea per le professioni sanitarie (infermieri, ostetriche, dietisti ecc.). La sforbiciata nasce dal decreto firmato dal ministro dell'Università e della Ricerca, Valeria Fedeli che fissa il limite di posti da mettere a disposizione per i vari corsi di laurea in ogni ateneo d'Italia. Nel dettaglio, si parla di tagli di 3 posti per Dietistica, 17 per Fisioterapia, 11 per Infermieristica, 3 per Logopedia, 2 per Ortottica e assistenza oftalmologica, 8 per ostetricia, 9 per tecniche audioprotesiche e tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, 3 per tecniche di laboratorio biomedico, 2 per Neurofisioptologia, 12 per Tecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia ed uno per terapia della Neuro e psicomotricità dell'età evolutiva.

ZAINA: "AUTONOMIA UNICA VIA D'USCITA".

"Siamo stanchi di combattere per avere ogni volta ciò che serve allo sviluppo del Veneto e dei Veneti nella sanità come in tanti altri settori. ha dichiarato il governatore Luca Zaia - A questo punto non c’è che una via d’uscita: l’autonomia che cominceremo a prenderci dopo il referendum del 22 ottobre prossimo. La formazione in sanità e il reperimento delle professionalità che servono a far funzionare al meglio l’assistenza in Veneto sarà uno dei settori sui quali investiremo quello che serve utilizzando parte dei 15,4 miliardi di euro di tasse che i Veneti mandano a Roma senza ricevere di ritorno nemmeno un euro e che, con l’autonomia, vogliamo destinare, almeno in parte al territorio invece che lasciarli per gli stipendi di ventimila forestali della Sicilia”.

"SE SERVONO POSTI CE LI PRENDIAMO".

“In sanità in particolare – incalza Zaia – siamo al paradosso: negli ospedali e nelle strutture pubbliche il personale è ridotto ai minimi termini, ma il Ministro Fedeli firma un atto che riduce ancora la formazione dei giovani. A cosa punta il Ministero – si chiede Zaia – a favorire l’assunzione di stranieri, magari attraverso coop compiacenti, e a lasciare a casa i giovani veneti? Non se ne parla nemmeno. Alla sanità veneta servono più posti? O ce li danno o ce li prendiamo. Abbiamo il diritto di averli e abbiamo il dovere di pensare prima ai nostri giovani. Riuscirci è possibile: basterà sedersi a un tavolo con le Università e con i manager pubblici che la sanità la gestiscono quotidianamente, concordare il numero necessario e sufficiente e usare parte delle tasse venete che ora vanno a Roma per finanziare i posti nei corsi di laurea”.

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