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Cronaca

Soldi in cambio di permessi di soggiorno, "astuto come una volpe" il poliziotto arrestato

Il sovrintendente capo di polizia, ora in carcere, "arruolava" complici tra i colleghi. La sua scaltrezza per il gip costituisce un'aggravante. Un pericolo per la sicurezza nazionale l'ingresso in Italia di soggetti senza controlli, visto il periodo di allerta terrorismo

È fissato per giovedì l’interrogatorio di garanzia davanti al gip per il 49enne sovrintendente capo di polizia della questura di Padova finito in carcere lunedì con l'accusa di corruzione, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e abuso d'ufficio, nell'ambito della seconda tranche dell'inchiesta legata alle presunte "mazzette" per accelerare il rilascio dei permessi di soggiorno ai cittadini cinesi

UNA "VOLPE". Nell'ordinanza che il giudice per le indagini preliminari del tribunale euganeo Margherita Brunello ha firmato su richiesta del pm Sergio Dini emerge - come riportano i quotidiani locali - come il poliziotto "arruolasse" complici tra i colleghi, facendo presagire che l'indagine è solo all'inizio e potrebbe allargarsi e vedere coinvolte altre persone che negli anni si sarebbero prestate a "chiudere un occhio", favorendo l'attività illecita del primo. La sua astuzia, per la quale era stato soprannominato "volpe" dal mediatore cinese arrestato a settembre assieme all'impiegato dell'Ufficio immigrazione, per il gip costituisce un'aggravante. Mentre rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale l'ingresso in Italia di soggetti senza controlli, visto il periodo di allerta terrorismo in corso.

PIGLIO PER GLI AFFARI. Una scaltrezza, quella del poliziotto, che gli avrebbe consentito di agire all'insaputa del suo stesso dirigente all'ufficio Immigrazione e di mettere insieme 200mila euro, con la consapevolezza, dato il ruolo di poliziotto, del disvalore delle proprie condotte. Un poliziotto con il piglio per gli affari, è il ritratto che emerge sempre dalle carte delle indagini. Il 49enne era attivo nel settore immobiliare in Sardegna e Tonezza del Cimone, nel Vicentino, ed era stato proprietario di un negozio di pavimenti.

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