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Cronaca

Università, 3.616 al test d'ingresso Per medico 420 posti, dentista 25

398 aspiranti matricole a Medicina e Odontoiatria dell'Ateneo di Padova in più (+12,3%) rispetto all'anno scorso. In scena la protesta del Sindacato degli studenti contro il numero chiuso

Uno su 8 ce la farà, più o meno. Dati alla mano, è questa la probabilità media di riuscita per i 3.616 iscritti ai test d'ingresso dell'università di Padova per Medicina e Odontoiatria che lunedì 9 settembre, dalle 11, sono stati chiamati a confrontarsi, in 100 minuti, con 60 quesiti a scelta multipla, divisi tra cultura generale (5), ragionamento logico (25), biologia (14), chimica (8) e fisica e matematica (8).

I NUMERI. A Padova, secondo i dati delle Segreterie studenti, quest'anno si sono presentati 398 aspiranti matricole in più (+12,3%) rispetto all’anno scorso, quando si contavano 3.218 candidati. Il tutto a fronte di 420 posizioni per il corso di laurea in Medicina e di 25 per Odontoiatria. "Abbiamo avuto un significativo incremento delle iscrizioni - ha spiegato il professor Santo Davide Ferrara, presidente del consiglio della Scuola - Merito ovviamente, e non nascondiamo l'orgoglio, anche del fatto che la scuola di medicina padovana è stata giudicata la prima d'Italia".

NIENTE BONUS MATURITÀ. I risultati del test, che si è concluso senza intoppi, non verranno più sommati (fino a un massimo di 10 punti su 100) alla carriera scolastica dei candidati come inizialmente previsto. La marcia indietro è stata inserita nel decreto legge sull'istruzione approvato dal Consiglio dei ministri.

LA PROTESTA. Il sindacato degli studenti di Padova ha inscenato una protesta contro il numero chiuso all'insegna dello slogan: "C'era una volta il test, cose da Far West". "Il numero chiuso non garantisce maggiore qualità - spiegano i promotori - anzi aumenta la domanda, perché crea l’aspettativa che entrando si avrà automaticamente un lavoro. Un test a crocette non può valutare le reali capacità per un mestiere così delicato. Un bravo medico dovrebbe avere la mente aperta, tenersi sempre aggiornato, mettere la salute e il benessere dei pazienti davanti a calcoli politici o alle oscillazioni dell’economia. Invece, il metodo attuale con cui si formano i futuri medici sembra andare in un’altra direzione. A cominciare da un test imposto in nome della meritocrazia, ma di fatto chiuso nel nozionismo, a volte fino al ridicolo: a decidere chi ha le competenze e l’attitudine per prendere in carico la salute dei cittadini non può essere il significato del verbo turlupinare, né un problema di matematica, né una formula chimica. Oltre tutto, la percentuale dei fuoricorso a medicina è vertiginosamente più alta degli altri corsi, dimostrazione dell’inutilità del test per selezionare studenti in grado di sostenere il carico di studio".

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