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Cronaca Zona Industriale / Corso Stati Uniti

Tombe romane nella Zip, georadar per mappare la zona industriale

Dopo la scoperta di 5 sepolture risalenti al I secolo dopo Cristo in uno scavo collegato al cantiere della Torre della speranza in corso Stati Uniti a Padova, il Consorzio annuncia ulteriori indagini fino a 15 metri sottoterra

L'entusiasmo per l'inaspettata scoperta è tale che il consorzio Zip ha già in programma una campagna di prospezione tramite georadar che permetterà di vedere fino a 15 metri sotto il livello del suolo. Una mappatura della zona industriale di Padova per mezzo di strumentazione a microonde, a caccia di altre testimonianze della Roma imperiale. Così, non ancora smaltita la “sbornia” per il ritrovamento di cinque sepolture romane in un paio di metri quadrati, con corredi in terracotta, metallo e vetro risalenti al I secolo dopo Cristo, si pensa già a quanto altro di stupefacente potrebbe trovarsi là sotto, in corso Stati Uniti, a due passi dalla Torre della Speranza di cui si stanno ultimando i lavori.

Resti romani nella Zip



SCOPERTA DALL'ELEVATO POTENZIALE. "Alcune settimane fa - ricorda il presidente Zip Angelo Boschetti - nel corso di scavi per far passare i tubi delle fognature, un colpo di ruspa ha fatto riaffiorare i primi resti. Abbiamo subito avvisato la Soprintendenza archeologica per avviare un'indagine di approfondimento". "Anche se non è un ritrovamento cospicuo - spiega la responsabile della Soprintendenza per Padova Elena Pettenò - è però un indicatore importantissimo del potenziale della zona, che andrà ora studiata come area centuriata nella parte meridionale di Padova, meno nota fino ad oggi rispetto a quella settentrionale". Un'iniziativa che ha ricevuto il plauso del vicesindaco Ivo Rossi: "Diamo merito alla Zip - dichiara - di un'attenzione e di una sensibilità che probabilmente in circostanze simili altri soggetti non hanno avuto, causando la perdita di dati".

FORSE I RESTI DI UNA VILLA RUSTICA: UNA FATTORIA ROMANA. Sono stati trovati vasi ossuari fittili contenenti le ossa combuste dei defunti, chiusi da coperchi, sempre in ceramica. Le tre tombe meglio conservate erano state protette da anfore segate e deposte capovolte sul fondo delle fosse e in due sepolture le anfore poggiavano su una grande tegola utilizzata come fondo. Al loro interno oggetti di corredo legati al rituale funebre romano. Ritrovato vasellame da mensa come piatti, coppe e olpai, le antiche bottiglie, per le offerte alimentari ai defunti, durante i banchetti allestiti presso le tombe al momento della sepoltura, e poi balsamari vitrei, in origine contenenti gli oli e gli unguenti profumati cosparsi sui resti combusti. Rinvenute anche quattro monete: rappresentavano probabilmente gli oboli per Caronte, il mitico traghettatore delle anime dei defunti che permettono di datare le tombe. La presenza in una tomba di una valva di conchiglia, impiegata come contenitore per cosmetici, suggerisce che si trattasse di una deposizione femminile. Ma cosa ci facevano lì queste tombe? Per ora è possibile azzardare alcune ipotesi generiche: "Probabilmente - a parlare è Stefano Tuzzato, l'archeologo che ha seguito la ricerca per conto della Soprintendenza - questo nucleo di tombe è legato ad assi viari e a un insediamento del tipo a villa rustica, una sorta di fattoria".

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