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Cronaca

Toscani risponde all'ultimatum di Zaia: "Mi scusi, ma confermo tutto"

"I veneti sono un popolo di ubriaconi". Dopo l'"uscita" del fotografo, il governatore della Regione gli aveva intimato di chiedere scusa entro 48 ore. La risposta, pur ironica, c'è stata. Ora il presidente la mette ai voti

Non abbandona i toni della satira, neppure nelle "scuse", il fotografo Oliviero Toscani, che negli ultimi giorni ha attirato su di sé non poche polemiche dopo la dichiarazione rilasciata alla trasmissione radiofonica "La Zanzara", in onda su Radio24, in cui ha etichettato i veneti come un "popolo di ubriaconi".

BITONCI E ZAIA. Una definizione che non è piaciuta affatto ai diretti interessati e che ha scatenato un putiferio, in cui si sono inseriti anche il governatore della Regione Luca Zaia e il sindaco di Padova, Massimo Bitonci, il primo della lista ad essere "deriso" dal fotografo, che lo aveva definito uno che "inciampa e basta", non risparmiando neppure i suoi elettori "imbecilli". Dal canto suo, l'amministrazione aveva già provveduto a costituirsi parte civile, ma adesso, al centro della polemica, sono finiti i veneti tutti.

L'"ULTIMATUM" DI ZAIA. Così il presidente Zaia si è tirato in ballo nella vicenda, dando un "ultimatum" a Toscani: "Scuse, senza se e senza ma, entro 48 ore". Così è stato, più o meno. Il fotografo non ha esitato a rispondere alla richiesta, e, poche ore più tardi, la missiva è arrivata, entro i termini stabiliti. Un pentimento discutibile sin dagli ironici esordi: "Persino le ingiunzioni dell'Isis lasciano 72 ore alla risposta".

LE "SCUSE". "Chiedo ancora scusa a lei, che è il presidente di tutti i veneti astemi, degli alcolisti sobri e dei bevitori moderati per il linguaggio un po' leghista che ho usato per fotografare i miei simpatici amici del Veneto". Il registro non muta neppure nelle righe a seguire: il fotografo si definisce "leghista atavicamente, essendo lombardo", poi passa al linguaggio veneto "atavicamente ubriaco".

"CONFERMO TUTTO". Pentito? Non proprio: "Nella sostanza, dentro di me, confermo tutto. Perché c'è un rapporto forte tra territorio, aria, fuoco, odori, saperi e sapori veneti come la polenta, il fegato alla veneziana, il baccalà alla vicentina, risi e bisi, il risotto alla trevigiana e le bolle acide del prosecco, l'alcolicità dell'Amarone, la tossicità del Clinto, la bella inconsistenza del Valpolicella, il tannino del Recioto di Soave, l'amarezza del Bardolino, l'asciuttezza del Pinot, il verdognolo del Verduzzo. Sono sicuro che, questa volta, la sua gentilezza e quella di tutti i veneti prevarrà - conclude - sicuramente mi perdonerete, invece di perdere tempo, denaro energia e simpatia nelle infinite vie legali".

IL "SONDAGGIO" DI ZAIA. Sui suoi profili Facebook e Twitter, Luca Zaia ha postato la lettera ricevuta da Toscani, lanciando un sondaggio sul web ai cittadini: "Le considerate scuse ai veneti?". Ha inoltre comunicato che deciderà se ritenerle o meno tali a seconda delle risposte date al suo "sondaggio".

LE QUERELE. Intanto, l'associazione culturale Veneto Nostro-Raixe Venete, ha annunciato un'azione legale con relativa richiesta di risarcimento danni. Lo stesso avevano già fatto 5 padovani, che avevano deciso di querelare il fotografo. La buttano sul ridere, invece, i Doliwood.

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