Tossicodipendenza, la Stazione è la zona più invasa di siringhe
Per consumare droga c'è chi si avventura tra i binari, chi sull'argine di via Sarpi e sotto il cavalcavia Sarpi Dalmazia. I tossicodipendenti seguiti dall'associazione "Noi-Famiglie padovane contro l'emarginazione e la droga" dall'anno scorso hanno recuperato 30 mila siringhe usate
Seguiti dall'associazione "Noi-Famiglie padovane contro l'emarginazione e la droga" anche con l'ausilio di un'unità di strada, i tossicodipendenti padovani sono coinvolti in un progetto innovativo sul territorio nazionale – unica esperienza del genere in Italia - e dalla doppia valenza, ambientale e sociale.
In collaborazione anche con l'assessorato all'Ambiente e con Aps, l'iniziativa prevede che, a ripulire la città dalle siringhe usate a abbandonate nei luoghi di maggior frequentazione dei tossicodipendenti siano proprio questi ultimi che hanno intrapreso un percorso per uscire dalla loro condizione di dipendenza dall'assunzione di droghe.
“Trattandosi di persone che provengono dal mondo della tossicodipendenza - spiega l'assessore all'Ambiente Alessandro Zan - è facilitata anche l'attività di monitoraggio del fenomeno e di mappatura dei luoghi dove avviene l'assunzione degli stupefacenti".
Ecco quindi che le zone più calde risultano essere la stazione ferroviaria e l'area limitrofa. Per consumare la droga c'è chi si addentra tra i binari, chi si apparta anche sull'argine di via Sarpi o sotto il cavalcavia Sarpi Dalmazia. L'anno scorso già 13 mila le siringhe usate recuperate, a cui si sommano le 16 mila raccolte nel primo anno di attività del progetto.