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Cronaca

Trapianto di polmone riuscito con sistema portatile di preservazione

Intervento di successo su un 61enne affetto da grave fibrosi polmonare idiopatica all'ospedale di Padova, grazie al nuovo dispositivo che permette di superare gravi limiti tecnici e temporali della trapiantistica

Alle 00.50 di un venerdì mattina di quest’estate, un intenso turn over di clinici della Chirurgia toracica e Centro trapianto polmone di Padova diretto dal professor Federico Rea ha intrapreso le operazioni di un delicato prelievo di polmone. È stato utilizzato il sistema portatile di preservazione polmonare OCS™ Lung per il trapianto, evitando tempi di ischemia molto lunghi per i polmoni. Grazie a questo sistema di perfusione a caldo, i polmoni sono stati così preservati per circa 6 ore prima di essere impiantati.

IL TRAPIANTO. Erano le 4.15 quando i polmoni hanno cominciato ad essere perfusi. Successivamente ha avuto inizio l’attività di trapianto di polmoni nel paziente 61enne che soffriva di grave fibrosi polmonare idiopatica. Alle 15.45 l'operazione si è conclusa. I chirurghi sono riusciti ad utilizzare con successo gli organi di un donatore marginale portatore di Vad, che altrimenti avrebbero rischiato di essere inutilizzabili. Grazie al fatto che non c’è stata nessuna problematica intra-operatoria, il paziente ricevente è stato prontamente estubato ed è potuto tornare in reparto dopo soli pochi giorni di terapia intensiva. È stato dimesso ed è in buone condizioni.    

POLMONE, UN ORGANO DELICATO. Il trapianto di polmone rappresenta il "gold standard" per la cura di pazienti affetti da alcune patologie polmonari terminali. Con il perfezionarsi delle cure e delle tecniche di diagnosi si è assistito ad un progressivo aumento dei pazienti iscritti in lista d’attesa per tale procedura, tuttavia il numero di organi idonei al trapianto non corrisponde minimamente alla richiesta. Solo il 17% dei donatori multiorgano in Usa ed il 15%  nel Regno Unito presentano polmoni idonei al trapianto, questi dati risultano molto lontani rispetto al tasso di prelievo di altri organi solidi quali il rene (86,1%) o il fegato (77,9%). La motivazione di questo importante divario va ricercata nelle caratteristiche proprie dell’organo polmone che è, per sua natura, molto delicato e può essere danneggiato da diversi eventi che caratterizzano sia il momento della morte cerebrale che quello della gestione in terapia intensiva. La modalità del decesso, le manovre di rianimazione, l'edema polmonare neurogenico, la polmonite da aspirazione o la polmonite da agenti nosocomiali rappresentano alcuni dei fattori che possono deteriorare il polmone rendendolo non-idoneo alla donazione. Il polmone ritenuto idoneo ad essere prelevato per trapianto viene, comunemente, trasportato in un frigo portatile e conservato per un tempo che non deve essere superiore alle 6 ore. Oltre questo tempo massimo, detto ischemia fredda, l’organo va incontro ad importante deterioramento dovuto alla necrosi cellulare indotta dalla privazione dell’afflusso sanguigno e, quindi, dell’ossigenazione.

I VANTAGGI. "L’utilizzo di questa metodica, grazie all’apparecchiatura di cui l’Azienda ospedaliera si è dotata - fa sapere il direttore generale Claudio Dario - porta vantaggi e miglioramenti clinici, primo fra tutti l’aumento del numero di trapianti possibili. Ci dà l’opportunità di effettuare prelievi anche in sedi lontane, di affrontare tempi di trasporto più lunghi, di far ricorso anche a organi marginali, come in questo caso, grazie al ricondizionamento".  La Chirurgia toracica di Padova ha realizzato da dicembre 2011 ad oggi 80 trapianti di polmone, di cui 17 avvalendosi del nuovo dispositivo medico, che rivoluziona il sistema di conservazione degli organi del donatore e permette di superare alcuni gravi limiti tecnici e temporali della trapiantistica.

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