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Cronaca

Chiese 200mila euro "cash" per una Ferrari Testarossa inesistente: truffatore ci riprova

Il primo episodio lo scorso ottobre. I carabinieri di Padova sono riusciti a individuare il malfattore in un albergo di Bologna, dove doveva incontrarsi con una nuova vittima

Era riuscito a sottrarre 200mila euro a un imprenditore tedesco con il quale si era incontrato, il 12 ottobre scorso, in un hotel di Padova, per vendergli una Ferrari Testa Rossa che in realtà non esisteva e dileguarsi coi soldi. A distanza di mesi, a seguito di indagini, i carabinieri della stazione di Prato della Valle sono riusciti a individuare e fermare il malfattore, Ritenuto dagli inquirenti un grosso truffatore internazionale, mentre si trovava in un albergo di Bologna, dove doveva incontrarsi con un impresario edile croato, probabile prossima vittima di un colpo analogo a quello di quattro mesi fa.

L'ARRESTO A BOLOGNA. Nel primo pomeriggio di sabato 28 gennaio, infatti, i militari padovani, coadiuvati dai colleghi della stazione di Bologna "Indipendenza", hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto il 41enne S.J., nato in Austria, paese del quale fruisce anche di passaporto, ma residente nella zona est di Roma. L’uomo, a cui viene attribuita la responsabilità del reato di furto con destrezza, in concorso, consumatosi il 12 ottobre 2016 a Padova nei confronti di un imprenditore tedesco, il 58enne R.W., titolare di un’azienda che in Germania produce macchinari destinati al confezionamento di gelati, è stato accompagnato alcune ore dopo il suo fermo alla casa circondariale di Bologna, a disposizione del pubblico ministero euganeo Roberto D’Angelo, che ha coordinato le indagini dei militari che hanno operato.

IL COLPO A PADOVA. Tutto ha avuto inizio in ottobre a Padova. S.J., che per l’occasione aveva assunto una diversa identità spacciandosi per il titolare di una società che si occupa di costruzioni edili, con sede a Latina, aveva contattato il tedesco per l’acquisto di una grossa fornitura di macchinari per la produzione dei gelati. Durante le contrattazioni, venendo a conoscenza delle debolezze dello straniero a cui piacciono le fuoriserie di Maranello, gli aveva proposto l’acquisto di una Ferrari Testa Rossa per la somma di 200mila euro. Allo scopo di perfezionare il contratto di acquisto dei macchinari, con versamento di un anticipo di 400mila euro, e il trasferimento di proprietà della vettura per l’importo pattuito, i due avevano concordato di incontrarsi, il 12 ottobre 2016, nella hall dell’hotel "Galilei" in via Tommaseo di Padova. In quella circostanza, dopo avere parlato e preso accordi per la fornitura dei macchinari firmando anche un preliminare, il discorso era passato sulla vettura che il tedesco avrebbe dovuto acquistare, per la quale il suo interlocutore aveva insistito nel vedere il denaro contante concordato, per assicurarsi della sua genuinità mediante l’esame da parte di un suo collaboratore fidato, prima di esibire la Ferrari. I due erano quindi usciti dall’albergo e il tedesco, prelevata una borsa dalla sua auto, aveva esibito il suo contenuto ad un individuo che, nel frattempo, era arrivato sul posto con un'altra vettura. Mentre l’imprenditore straniero prelevava e verificava il contenuto di un beauty case che avrebbe dovuto contenere 400mila euro quale acconto per la fornitura, sul sedile era rimasta incustodita la sua borsa con i 200mila euro. S.J., allora, approfittando di quel frangente, era repentinamente salito a bordo della vettura del complice e, con lui, era fuggito lasciando il tedesco con il beauty contenente alcune mazzette di banconote da 500 euro genuine, che ricoprivano altre banconote dello stesso taglio fotocopiate. All’uomo non era rimasto altro che fare denuncia di quanto accaduto ai carabinieri e rientrare in Germania.

UNA NUOVA IDENTITÀ. Gli uomini dell’Arma hanno subito iniziato una intensa attività investigativa, corroborata anche da accertamenti di natura tecnica che hanno consentito di delineare il modus operandi del truffatore e, quindi, chi ne fosse l'autore. Quest’ultimo, avvalendosi della sua ormai consolidata condotta, aveva assunto, nel frattempo, un’altra identità, carpita ad un reale imprenditore laziale, e costituito un’altra impresa di costruzioni edili operante in quella regione, a cui era stato abbinato un falso sito web. Tale paravento gli serviva per condurre delle trattative con un immobiliarista croato, dal quale avrebbero dovuto essere acquistati alcuni appartamenti con sede in quello stato, per la somma di 2,4 milioni di euro.

UN'ALTRA TRUFFA NELL'ARIA. Il finto acquirente aveva proposto al croato di effettuare il pagamento con transazione bancaria per l’importo di 2 milioni e il pagamento in contanti per i rimanenti 400mila euro, ma, allo scopo di accendere un mutuo in un istituto di credito a cui richiedere i 2 milioni, aveva necessità dei 400mila da depositare su un conto corrente per la concessione dello stesso. Per tale ragione aveva chiesto all’imprenditore straniero di anticipargli i 400mila euro che gli avrebbe restituito in valuta straniera per un valore pari al doppio. 

IN "TRAPPOLA". Allo scopo di comprendere nel dettaglio l’operazione, i due avevano deciso di incontrarsi al Novotel di via Michelino a Bologna, ma all’appuntamento, oltre all’immobiliarista croato, J.S. ha trovato anche i carabinieri di Prato della Valle, che gli hanno stretto le manette ai polsi, impedendo che un reato simile a quello commesso a Padova fosse replicato. L'uomo, infatti, che annovera già a suo carico episodi fraudolenti, considerati i presupposti, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto e accompagnato alla casa circondariale di Bologna, dove tuttora è detenuto a seguito dell’emissione di un provvedimento cautelare, disposto dal gip in sede di convalida nella giornata di mercoledì.

UN TRUFFATORE INTERNAZIONALE. Secondo gli inquirenti, S.J., origini di etnia rom, in grado di parlare fluentemente l'italiano, il tedesco e l'inglese, sarebbe un truffatore internazionale e opererebbe nell'ambito di un'organizzazione più vasta. In base a quanto accertato dai carabinieri, avrebbe tentato truffe in tutta Europa (un altro tentativo sarebbe stato in atto in Lettonia). Aveva un modo di agire molto raffinato: i primi contatti avvenivano telefonicamente; poi un primo incontro all'estero nel paese di origine delle vittime prescelte; infine l'incontro in cui avveniva lo scambio di soldi, organizzato sempre in Italia. L'arresto eseguito sabato dai carabinieri per furto aggravato riguarda esclusivamente il colpo messo a segno a Padova. Per il tentativo di truffa a Bologna, invece, si procederà solo a seguito di querela da parte della vittima, che al momento non ha sporto denuncia.

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