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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Raggiravano online donne dall'Australia a Hong Kong: denunciati due residenti in città

In appena due anni i due uomini di origini nigeriane residenti nel capoluogo patavino hanno rimediato oltre 400mila euro

I finanzieri del comando provinciale di Padova hanno individuato ingenti somme di denaro provenienti da Paesi esteri, confluite su conti correnti riconducibili a soggetti terzi senza un’apparente giustificazione. Gli accertamenti valutari dei militari del nucleo di polizia economico-finanziaria, integrati con le informazioni
pervenute dalle forze di polizia straniere tramite i canali di cooperazione internazionale, hanno consentito di riscontrare la presenza di diverse ipotesi di truffa perpetrate ai danni di cittadine dimoranti in Australia, Usa, Hong Kong, Germania, Polonia, Portogallo e Svizzera.

I fatti

Le donne in questione segnalavano di aver instaurato una relazione sentimentale online, tramite diversi siti di incontri e social network, con fantomatici uomini d’affari e professionisti, ricevendo, solo in un secondo momento, richieste di aiuti economici per simulate situazioni di necessità. Tale schema, essenzialmente riconducibile alle truffe sentimentali, prevede che il truffatore prenda di mira le vittime conosciute sui siti di incontri online. Una volta adescata la persona da raggirare, spesso fragile, facendo leva sui suoi sentimenti, il malfattore richiede con sempre maggiore frequenza prestiti o aiuti economici, asserendo, a titolo esemplificativo, di dover pagare biglietti aerei o sostenere spese mediche o, ancora, affrontare sopravvenute difficoltà finanziarie. Una volta sottratto il denaro, l’autore della truffa, che generalmente si cela dietro false identità e opera da remoto, sparisce interrompendo i rapporti. Nella vicenda in esame, in appena due anni, il provento del reato transitato sui conti correnti di due cittadini nigeriani residenti nel capoluogo patavino è risultato pari a oltre 400mila euro. I due soggetti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Padova, perché avrebbero messo a disposizione i propri rapporti finanziari, ove sono confluite le somme illecite, e li avrebbero repentinamente svuotati, tramite prelevamenti, acquisti di criptovalute e ricariche su carte prepagate, per ostacolare l’identificazione dell’origine delittuosa del denaro.

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