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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Truffa "Man in the mail": denunciata una donna che ha rubato circa 20mila euro

La persona è riuscita a entrare nella mail di un veneziano, modificando l'Iban di una fattura: presi i soldi, è riuscita a trasferirli in un conto corrente estero

I finanzieri del comando provinciale di Treviso hanno individuato e neutralizzato una particolare frode informatica realizzata da una 41enne romena residente in provincia di Padova. La frode, conosciuta come “Man in the middle”, consiste nell’intercettare la mail con la quale un venditore invia al cliente la fattura o un altro documento commerciale, contenente i dettagli del conto corrente su cui effettuare il pagamento di un servizio o di un bene. Il truffatore, dopo essere riuscito ad accedere abusivamente alla casella di posta elettronica della vittima, avvia una paziente attività di osservazione delle mail scambiate tra venditore e cliente, che può durare anche settimane o mesi, in attesa che il messaggio di posta elettronica, contenente il codice Iban su cui versare la somma, giunga nella casella di posta in arrivo del cliente (da qui l’altro nome della truffa, “Man in the mail”).

La truffa

In quello stesso momento, con tempestività, interviene per sostituirlo con il proprio codice Iban: a questo punto, l’ignara vittima esegue il bonifico non sul conto corrente del venditore ma su quello del truffatore. Una volta che la somma è stata accreditata, il truffatore provvede, immediatamente, a svuotare il conto corrente, effettuando una serie di bonifici su conti esteri o tramite prelievi multipli, con più carte bancomat associate allo stesso conto. È quanto è capitato a un imprenditore della provincia di Venezia, che si è presentato alla Guardia di Finanza non appena si è reso conto che un bonifico di ventimila euro, per l’acquisto di un’auto presso una concessionaria veneta, non era andato a buon fine: la somma infatti risultava regolarmente addebitata ma non era mai pervenuta al rivenditore di auto.

Le indagini

Le Fiamme Gialle hanno immediatamente avviato le indagini e, anche attraverso l’acquisizione dei file di log dei messaggi di posta elettronica della vittima (una sorta di “scatola nera” virtuale, contenente le informazioni sul funzionamento di una macchina o di un programma), hanno ricostruito l’intera vicenda, smascherando la truffa e bloccando immediatamente il conto corrente che la truffatrice aveva utilizzato per appropriarsi della somma, in attesa del successivo intervento dell’Autorità Giudiziaria di Milano, competente in relazione alla sede della filiale di “appoggio” del conto. In tal modo, al blocco del conto corrente è seguito il sequestro penale della somma frutto della frode informatica, che è stata restituita alla vittima, mentre la truffatrice rischia ora una condanna fino a tre anni di reclusione. L’operazione è stata realizzata in un contesto molto delicato, quale quello delle transazioni online, che proprio in questo difficile momento storico, anche a causa delle limitazioni agli spostamenti fisici dei cittadini, ha registrato un vero e proprio “boom”, non solo del numero di operazioni di compravendita su piattaforma web ma anche delle truffe commesse sfruttando la rete. 

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