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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Un milione di euro e due Bmw: grosso sequestro a un truffatore seriale

L'uomo era stato coinvolto in una serie di raggiri che avevano riguardato anche il Padovano: a bloccarlo è stata la polizia di stato. Si tratta di un 43enne della Serbia

Aveva due Bmw di grossa cilindrata e un milione di euro distribuito su diversi conti. Ma è stato 'beccato' dalla polizia che gli ha sequestrato tutto. Protagonista un truffatore seriale specializzato nel metodo del 'rip deal'. Giovedì 12 novembre gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Milano hanno eseguito un sequestro disposto dal Tribunale di Milano nei confronti di Tomas Georgijevski, un 43enne serbo conosciuto con diversi 'alias', che ha all'attivo reati contro il patrimonio ed è specializzato in sofisticati raggiri, compiuti in tutt'Italia, in grado di fruttare ingenti profitti illeciti. L'uomo aveva truffato anche nel Padovano.

Nel Padovano

Ad essere sequestrati all'uomo sono stati un appartamento a Parabiago (Milano), un vasto terreno a Vimercate (Mb), due Bmw di grossa cilindrata e un totale di circa un milione di euro distribuito su diversi conti correnti bancari. Georgijevski nel corso degli anni ha fornito agli organi di polizia ben otto identità diverse, compiendo truffe su tutto il territorio nazionale. Il rip-deal - come spiega il sito dell'Ufficio Federale di Polizia della Confederazione Svizzera - è un’operazione di cambio fraudolenta. Promettendo un cambio favorevole, i truffatori ne approfittano per estorcere alle proprie vittime delle cospicue somme di denaro. Il termine è una combinazione delle due parole inglesi to rip (strappare) e deal (affare).

Modus operandi

I truffatori che usano questa modalità di frode, spacciandosi per facoltosi uomini d'affari, sceicchi, nobili, diplomatici, oppure accademici, guadagnano la fiducia delle vittime, per lo più stranieri nordeuropei che vengono agganciati sul web e successivamente li incontrato in lussuose location, come grandi alberghi o circoli privati, dove gli prospettano vantaggiosi affari immobiliari o riguardanti opere d'arte. Una volta guadagnata la fiducia delle vittime scatta la truffa vera e propria: i malviventi propongono un cambio di valuta a condizioni particolarmente favorevoli, facendo intendere che si tratta di "denaro sporco". A questo punto viene realizzato lo scambio ma, a fronte del denaro autentico, nella valigetta che viene consegnata alle vittime è presente carta straccia coperta solo in superficie da banconote autentiche oppure banconote false. Con questo metodo Georgijevski, attivo come truffatore dal 2002, era riuscito a mantenere un altissimo tenore di vita.

Truffe in tutta Italia

Lo scorso 21 marzo, durante il primo lockdown, il criminale era stato fermato al valico di Gaggiolo e trovato in possesso di 8200 euro in contanti, somma di cui non ha saputo giustificare il possesso. In seguito gli agenti dopo alcune analisi hanno dimostrato come tutti i guadagni dell'uomo avessero origine illecita. Tra le truffe compiute dal 43enne quella che nel 2002, a Milano, ha visto il raggiro di un imprenditore friulano. Il criminale in questo caso si era finto interessato ad acquistare un immobile e dopo aver concordato un cambio di valuta in un noto hotel della città aveva fatto sì che un suo complice strappasse all'uomo una valigietta con 45mila euro. Con la stessa modalità nel 2003 ad Albenga si era impossessato di 50mila euro strappandoli a una donna che li aveva in borsa. Ma Georgijevski non agiva da solo. Nel 2004 è stato coinvolto in una complessa operazione di polizia giudiziaria su ben 11 'batterie' dedite alla realizzazione di truffe rip-deal che facevano capo ad una 'cupola' milanese, a cui il criminale apparteneva. Le vittime preferite dell'associazione a delinquere erano imprenditori prevalentemente stranieri (tedeschi, austriaci, francesi, svizzeri). Nel 2014, il truffatore è stato fermato per un controllo in centro a  Milano mentre era a bordo di una Volvo S40 e l'hanno trovato in possesso di numerose banconote fac-simile da 500 euro. E ancora nel 2016 è stato coinvolto nell'indagine 'Vecchia Guardia' riguardante numerose truffe avvenute a Padova, Roma, Vimercate (Mb), Pordenone e Firenze, a danno di cinesi e italiani.

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