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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Tumore al seno: team padovano Iov sviluppa nuovo test genetico

Passo avanti nella lotta contro il carcinoma alla mammella. Un'èquipe di ricerca sperimenta un sistema che permette di individuare una mutazione genetica specifica e di accellerare i tempi di intervento terapeutico

Un test genetico in grado di identificare quali pazienti con tumore al seno Her2+, hanno le migliori probabilità di beneficiare della recente terapia anti Her2 combinata. L'Istituto oncologico veneto di Padova ha messo a punto questo sistema che dà nuova speranza ai pazienti e permette di fare un passo avanti nella ricerca sul cancro.

MUTAZIONE DEL GENE. Lo studio, condotto dal professor Pier Franco Conte, responsabile dell'Oncologia II dello Iov e dalla prof.ssa Valentina Guarneri, ha portato alla realizzazione di un test che permette di individuare la mutazione del gene Pik3Ca, che caratterizza i pazienti (circa 1 caso su 5) con scarse probabilità di risposta terapeutica. In caso di gene mutato si potrà ricorrere subito ad altre terapie più adeguate senza perdite di tempo ed evitando l'uso inappropriato dei farmaci. In caso di gene non mutato si avranno maggiori certezze sulla prognosi.

TERAPIA. Nei pazienti con carcinoma mammario Her2+, questo gene risulta mutato nel 20% dei casi. Il team padovano ha evidenziato che solo il 12,5% dei pazienti con Pik3Ca mutato risponde al trattamento con le due molecole prese in esame, mentre la percentuale di successo sale al 48,4% in coloro i quali non presentano mutazioni del gene. Cioè la terapia ha un'efficacia quattro volte superiore nei pazienti che non presentano la mutazione. Esaminando il Pik3Ca si può predire la maggiore o minore efficacia della terapia anti-Her2 con i due farmaci associati.

NUOVI MARCATORI. "Oggi sempre più farmaci anti-Her2 - spiega Conte - risultano efficaci per trattare pazienti con carcinoma mammario in cui sia presente questo recettore. Il problema però é scegliere i più adeguati a seconda del caso. Per questo é importante riuscire a identificare nuovi marcatori che aiutino a prevedere quali pazienti sono maggiormente sensibili a questo o quel farmaco o trattamento anti-Her2 e poter così praticare terapie sempre più efficaci e personalizzate. Con il nostro studio siamo riusciti a fare un passo avanti in questa direzione".

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