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Cronaca

Ucraina, Zaia: «Obbligo di tampone per chi arriva in Veneto»

Giovedì 10 marzo presentate due nuove ordinanze regionali. Attivati 26 centri accoglienza: già 5.600 i posti letto messi a disposizione dai veneti

«Ho firmato oggi, giovedì 10 marzo, una nuova ordinanza regionale che disegnerà i prossimi scenari dell'emergenza legata alla guerra in Ucraina: tutti i profughi ucraini che vorranno fermarsi in Veneto avranno l'obbligo di fare il tampone per evitare che il virus torni a diffondersi. Anche se il test sarà negativo, tutti i rifugiati avranno l'obbligo di 5 giorni di autosorveglianza e obbligo di mascherina FFP2. A tutti loro offriremo, in maniera volontaria, la vaccinazione anti Covid. Fino alla soglia di 4mila arrivi i rifugiati saranno accolti negli hub vaccinali regionali. Dai 4mila ai 10mila arrivi saranno utilizzate altre grandi strutture come strutture religiose o simili. Sopra i 10mila arrivi, centri accoglienza saranno allestiti in stazioni, aeroporti e altri scali. In tutto il Veneto apriremo 26 hub di prima accoglienza, invece di uno solo a livello regionale. Sotto controllo le grandi stazioni del Veneto: l'obiettivo è facilitare il più possibile l'arrivo dei rifugiati in Veneto». Luca Zaia inizia con queste parole il nuovo punto stampa dalla sede della Protezione civile di Marghera.

Ucraina

Aggiunge Zaia: «Sono 2.500 i profughi arrivati fino ad oggi in Veneto, un numero che aumenta di ora in ora. Treviso è la provincia che ha accolto più rifugiati in Veneto: 780 finora. Dall'inizio della guerra sono stati fatti 2.306 tamponi di cui solo 47 positivi. Nelle ultime settimane sono arrivati in media 500 nuovi rifugiati ucraini al giorno - prosegue Zaia - La nuova ordinanza serve ad essere pronti se in Veneto arriveranno 40-50mila persone. La maggior parte dei tamponi è stata fatta per il 65% nei Covid point della regione, il resto in strutture private e farmacie. Dal 25 febbraio il Veneto sta distribuendo ai profughi delle tessere sanitarie provvisorie (862 quelle rilasciate finora, di cui almeno 430 a minori). La solidarietà, nel frattempo, non si ferma: 2.592 veneti hanno chiamato il numero verde e messo a disposizione 5.600 posti letto. Infine Zaia ha firmato anche una seconda ordinanza per assegnare nuovi incarichi all'interno dell'Unità di crisi: il dottor Idelfo Borgo si occuperà della cyber security, l'ingegner Paolo Fattori dell'accoglienza nelle strutture sanitarie dismesse. Il dottor Rosi invece sarà il responsabile dell'emergenza sanitaria. Il progetto per mettere in contatto aziende e rifugiati interessati a lavorare è stato avviato così come il protocollo sul nucleare.

Il bollettino Covid

«Il Covid circola ancora ma non riempie più gli ospedali - ha detto Zaia -. In Europa le curve stanno avendo delle recrudescenze e anche in Veneto continuiamo a trovare positivi ma mi rassicura il fatto che gli ospedali stiano continuando a svuotarsi. Ai cittadini chiedo massima attenzione, sperando che il 31 marzo finiscano le restrizioni e inizi la fase endemica». Nelle ultime 24 ore sono 4.613 i nuovi positivi trovati in Veneto su 69.920 tamponi fatti per un'incidenza del 6,6%. I positivi oggi in Veneto 49.924. 904 i pazienti ricoverati negli ospedali (-47 rispetto a ieri). Altri 7 decessi per Covid nelle ultime 24 ore. L'indice Rt è a 0,90 mentre il tasso di occupazione delle terapie intensive al 4% e l'area medica all'8%. L'incidenza regionale: 537,6 casi su su 100mila abitanti.

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