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Cronaca

Ulss 6 Euganea, arrivano 37 nuovi medici

Da oggi primo novembre l’Ulss 6 Euganea dispone di 37 nuovi medici Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), volti a implementare la gestione per l’emergenza sanitaria da Covid-19

Da oggi primo novembre l’Ulss 6 Euganea dispone di 37 nuovi medici Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), volti a implementare la gestione per l’emergenza sanitaria da Covid-19. Le Usca di rinforzo, che entrano in servizio sin da oggi, garantiscono l’assistenza e il monitoraggio a domicilio dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero ma danno man forte anche nell’esecuzione dei tamponi, antigenici rapidi o molecolari, nei punti tampone allestiti nel Distretti socio-sanitari, allo Stadio Euganeo e nella tensostruttura di Schiavonia. I medici Usca impiegati complessivamente sul territorio euganeo salgono così a 117 e consentiranno di velocizzare e razionalizzare l’attività di prevenzione e diagnosi precoce.

Ulss 6 Euganea

«Stiamo dando il massimo per far fronte all’emergenza: noi governiamo la risposta, non la richiesta di tamponi, e lo facciamo mettendo in campo – sottolinea il direttore generale dell’Ulss 6 Euganea, Domenico Scibetta – nuove risorse umane e flessibilità organizzativa, spingendo sulla capacità di essere duttili nel modulare la risposta sanitaria in funzione della domanda. Gli asintomatici e paucisintomatici in isolamento domiciliare sono sempre di più e anche per quanto riguarda i punti tampone, essendo ad accesso libero per agevolare l’utenza, la pianificazione a monte varia al modificarsi della richiesta. Do pertanto il benvenuto ai nuovi medici Usca, che sono certo daranno prova di spirito di squadra, senso del dovere e, appunto, flessibilità. La nuova normativa, che prevede l’effettuazione dei tamponi anche da parte dei nostri 579 medici di medicina generale, nella loro sede ambulatoriale, agevolerà ulteriormente l’organizzazione e la risposta alla cittadinanza». 

Medicina

«Mi sono laureata a luglio in Medicina e chirurgia all’Università di Padova – sottolinea la dott.ssa Iulia Bratosin, 28 anni, originaria di Pordenone – e oggi sono al debutto in questa nuova esperienza: ho accettato volentieri di iniziare la mia carriera così, mi fa piacere dare una mano soprattutto in questo periodo in cui c’è particolarmente bisogno. Provo il brivido di una rinnovata partenza, prevedo di lavorare bene in team, imparare tanto dal punto di vista medico e umano. E dare qualcosa di importante anch’io».

Veneto

Da un mese nelle Usca dell’Ulss 6 presta servizio il dr. Denni Notarangelo, che ha lasciato la natia Putignano, 27mila abitanti in provincia di Bari, per dare il suo contributo alle prime linee “anti-Coronavirus” a Padova. «Quando ho dovuto scegliere dove proseguire il mio percorso post-lauream non ho avuto alcuna esitazione che avrebbe dovuto essere in Veneto. Devo molto a Padova – racconta il medico venticinquenne, laureatosi lo scorso giugno - e alla sua eccellente Scuola, che mi hanno accolto negli anni universitari. Dalla Puglia sono rientrato a fine settembre per dare un contributo attivo a quella lotta di cui avevo così tanto sentito parlare nei mesi del primo lockdown, allora in qualità di studente. Il periodo emergenziale che stiamo affrontando ha fin da subito richiesto l'istituzione di nuove figure di continuità assistenziale, che si inserissero capillarmente sul territorio nella presa in carico e gestione domiciliare dei soggetti risultati positivi al SARS CoV2 e dei loro contatti. Lavoriamo in stretta collaborazione con i medici di medicina generale, pediatri, medici ospedalieri, servizio di igiene e sanità pubblica, centrale operativa territoriale e tanti altri professionisti coinvolti nella grande macchina sanitaria messa a punto per fronteggiare il Covid. Nel distretto presso cui lavoro, quello di Rubano, ho trovato una squadra di lavoro estremamente coesa, efficiente, organizzata, caratteristiche necessarie per poter fare i conti con contagi che purtroppo divengono via via sempre più numerosi».

Usca

Uno dei “veterani” Usca è il dr. Marco Milani, ventinovenne bellunese, laureatosi nell’ottobre 2019, in servizio a Padova dall’aprile scorso: «Siamo nati come unità di continuità speciale per Covid positivi, visite domiciliari, monitoraggio del quadro clinico dei Covid positivi segnalati da medici di base e guardia medica, anche se gran parte della nostra giornata e delle nostre forze è dedicata allo screening. E’ il mio primo impiego continuativo e lo sto affrontando con grande impegno ed entusiasmo: sono sempre a contatto con il Covid ma non ho mai avuto paura, sono protetto da tutti i DPI del caso. Mi sono affezionato al mio lavoro e una cosa mi sento di dirla chiaramente: questo virus è limitabile nella diffusione indossando correttamente la mascherina e applicando il distanziamento sociale, comportamenti che si possono tenere con il buonumore, senza lamentarsi. Quando si può stare con i propri cari, nel proprio nucleo familiare, in salute, se si ha pazienza in questo periodo difficile, un piccolo sacrificio dà un grandissimo risultato».

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