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Cronaca

Università e classifiche: “A Padova la cattedra di Galilei vale decine di posti”

Il padovano professor Gamberini, delegato per l'ateneo euganeo al monitoraggio dei ranking internazionali, analizza i dati delle graduatorie mondiali e invita a pesare i parametri di valutazione

Da mesi i vari istituti di ranking e guide all'orientamento continuano a sfornare classifiche sulle “migliori” università d'Italia, del mondo. Quasi mai il giudizio finale è univoco e un ateneo ai primi posti in una graduatoria non sempre compare sul podio in un'altra. Tra decine di parametri di valutazione diversi, il mondo delle classifiche che mettono a confronto le università assomiglia a una selva intricata.

Prova a spiegarlo uno che se ne intende, il professor Luciano Gamberini dell'Università di Padova, che ha la delegazione nell'ateneo al monitoraggio dei ranking internazionali. “C'é chi tiene conto dei Nobel che insegnano in un'università – sottolinea - Bene, è solo una questione di stipendi e poi se si guardasse a Padova, ad esempio, qui c'è ancora la cattedra di Galileo Galilei. Potremmo schizzare avanti di qualche decina di posti".

"Considerata la mole di atenei che vengono presi in esame - aggiunge - l'Italia si piazza comunque bene. C'è da tener presente poi che il metodo di valutazione varia a seconda dei parametri. Da noi, per esempio, non si tiene conto di posti letto per gli studenti, perché l'Esu, che pure è al servizio dell'ateneo, non è dell'università. O ancora: la ricerca fatta per milioni di euro con fondi strutturali è nell'ombrello dell'Ue e sfugge alla nostra attività, anche se è frutto del nostro lavoro".

E conclude con una lapidaria constatazione: “Tutte le università italiane messe insieme non prendono i finanziamenti di uno dei primi 10 atenei di qualsiasi graduatoria mondiale".

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