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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Capannone degli orrori: bare svuotate e cadaveri nei cartoni per risparmiare sulle cremazioni

Una cooperativa dell'Alta Valsugana è accusata di rivendere i metalli delle bare e risparmiare sui costi della cremazione. Nello stabile anche salme di padovani

Trasferivano i corpi destinati alla cremazione, dalle bare a scatole di cartone. I metalli che compongono la cassa, principalmente zinco e ottone, venivano invece recuperati e rivenduti sul mercato nero. Un metodo che consentiva alla cooperativa di servizi cimiteriali di risparmiare gli oneri per l'incenerimento delle bare, arrivando così a guadagnare fino a 400 euro a salma.

Il blitz

A scoprire il giro sporco della Linea Momenti con sede a Pergine, gestita dal 65enne Guido Beber, i carabinieri del Noe di Trento, che si sono presentati nel capannone della zona industriale di Scurelle, in Valsugana, con i colleghi di Borgo Valsugana e i colleghi della polizia locale. Questi ultimi hanno dato il via alle indagini, segnalando movimenti sospetti dallo stabile di Asola, da cui proveniva un odore nauseabondo. All'interno bare scoperchiate, salme gettate dentro sacchi di plastica, pneumatici e fusti d'olio motore. La cooperativa si è poi scoperto non possedere un regolare contratto per l'affitto del capannone, che risulta di proprietà di un bresciano.

Risparmio e guadagno illecito

Linea Momenti aveva l'incarico di avviare alla cremazione le salme per poi riconsegnarle ai familiari. Operazione su cui non solo risparmiava, ma addirittura guadagnava: i corpi venivano estratti (in un ambiente promiscuo e non in regola) dalle bare e inviati a vari forni crematori dentro semplici scatole di cartone, spendendo circa 400 euro a cremazione a fronte degli 800 euro per il servizio completo di bara. Oltre ai 400 euro risparmiati, rivendevano illegalmente lo zinco e l'ottone delle bare. Circa 200 le salme transitate dalla cooperativa negli ultimi mesi, per un giro d'affari di circa 300mila euro con 6mila euro guadagnati dai metalli rivenduti.

I cadaveri e i capi d'imputazione

Al momento del blitz sono state trovate 24 salme ed è stato accertato il passaggio di defunti prevenienti dalle province di Padova, Treviso, Vicenza e Venezia. Corpi tumulati da circa 25 anni e recentemente esumati per fare spazio nei cimiteri, secondo una pratica regolamentata dalle direttive cimiteriali. Tutte le salme si trovano nel cimitero di Scurelle per gentile autorizzazione del sindaco in attesa della restituzione ai familiari. Per il titolare Beber si è concretizzata l'ipotesi di reato di vilipendio di cadavere e gestione illecita di rifiuti. Al vaglio la posizione dei dipendenti, tre uomini e una donna trentini, scoperti al lavoro.

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