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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Caso Yara, si indaga su pedofilo padovano, test del Dna in vista

Le rivelazioni della madre di una ragazzina bergamasca che sarebbe stata molestata via internet da un uomo, indicato col nome di Lorenzo B., portano a galla tante coincidenze col caso della 13enne di Brembate

L'assassino di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra scomparsa nel novembre del 2010 e poi trovata morta ammazzata tre mesi dopo in un campo, non è ancora stato identificato. Ma ci sarebbe una nuova, l'ennesima in tre anni, pista che porterebbe a un nuovo indagato: un 50enne pedofilo di Padova. Ci sono un nome ed un'iniziale del cognome che corrispondono, l'età e qualche precedente per pedofilia, ma altri tasselli tutti da incastrare per capire se l'indicazione di "Lorenzo B." - data dalla madre di una ragazzina bergamasca alla quale un pedofilo rubò nel 2011 il profilo su Facebook - possa portare a sviluppi nell'inchiesta.

SERIE DI COINCIDENZE. È il settimanale "Giallo", con un'intervista alla donna che avrebbe denunciato le molestie via internet subite dalla figlia 12enne da parte di un uomo, che sarebbe attualmente in carcere a Bourges, in Francia, per pedofilia, a rivelare i nuovi sospetti. Diverse le coincidenze che il periodico mette in luce con il caso di Yara, come il fatto che nel periodo dell'assassinio il pedofilo sarebbe stato ossessionato dalle ragazzine della Bergamasca. E ancora l'interesse di questi per la ginnastica ritmica, di cui la 13enne era una giovane promessa. Inoltre, il padovano avrebbe riferito di essere stato lasciato in un orfanotrofio da piccolo, condizione che lo legherebbe alla pista "di Gorno", il paese di Giuseppe Guerinoni, l'autista di bus morto nel '99 e che, secondo i genetisti, sarebbe il padre di "Ignoto 1".

LETTERA INQUIETANTE. Ultima e inquietante coincidenza, la lettera pubblicata dall'uomo su diversi suoi account di Facebook - usati per adescare le ragazzine - intitolata "Incubo": "Anche stanotte sei tornata... Ti ho vista... Ti ho sentita. Quel freddo tutto attorno... E c'eri tu. E poi le grida, il tuo pianto. L'orrore. E poi.. Buio... Solo buio freddo... E silenzio. Ormai ogni notte è così. Ho paura di dormire, ho paura di sognare. Di rivedere, di rivivere, di sentire ancora tutto questo. Cosa posso fare... Cosa devo fare per farti trovare la pace, per cancellare tutta la sofferenza che hai dovuto subire... Per far tacere tutto questo gelido silenzio... Sto male...". Una serie di sole coincidenze su cui ora gli inquirenti stanno cercando di fare luce.

TEST DEL DNA? Si aggiungerebbe ai 18 mila già effettuati il nuovo confronto del Dna per il caso Yara. Gli inquirenti, seppure scettici su questa pista, intendono comunque sottoporre al confronto del materiale genetico trovato sugli indumenti di Yara, con quello del pedofilo padovano. Prima però bisognerà appurare se esista davvero qualcuno che corrisponde a queste caratteristiche e che si trova in carcere oltralpe. Intanto hanno scoperto che esiste davvero un cinquantenne che vive a Padova e ha precedenti per pedofilia, ma che non è in carcere in Francia pur avendo lo stesso nome di battesimo dell'uomo indicato dalla madre della dodicenne. Gli investigatori italiani sono ora in attesa di riscontri dalle autorità giudiziarie francesi, per appurare se l'uomo di cui si parla sia effettivamente in prigione, e si tratti o meno dello stesso padovano individuato dallo screening sul nominativo. Solo dopo questo riscontro, si apprende dalle stesse fonti, sarebbe possibile procedere con un confronto del Dna.

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