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Economia

Fisco e 20 agosto: "Una giornata funesta per imprenditori padovani"

Il 43% rateizza le imposte fino a novembre, il 6% (circa 5mila imprese commerciali, turistiche e dei servizi) dichiara di non essere in grado di pagare nessuna imposta. Sono i dati dell'osservatorio di Confesercenti

Secondo l’ufficio studi della Confesercenti, le piccole imprese del commercio e del turismo lavoravano fino a dopo la metà di luglio per lo Stato e solo dopo il 20 luglio cominciavano a lavorare per se stessi, questo per il 2013, non sarà così per il 2014, "almeno a giudicare dalla situazione creatasi con le scadenze dei versamenti fiscali del 20 di agosto", dichiara Nicola Rossi, presidente della Confesercenti di Padova.

INGORGO FISCALE. Aldilà dei veri e propri ingorghi fiscali scadenti il 20 di agosto (sono 126 adempimenti quelli indicati dall’agenzia delle entrate per le imprese e per i lavoratori autonomi) quello che pesa è la difficoltà da parte delle imprese di far fronte alle richieste fiscali dello Stato delle Regioni e dei Comuni. "Con la scadenza del 20 agosto - continua Rossi - si è chiusa la possibilità da parte della maggioranza delle piccole imprese di versare le imposte (Irpef, Ires, ecc.) con la semplice maggiorazione dello 0,40%, o di provvederne al versamento con rate mensili fino a novembre. Con questa scadenza - continua Rossi - abbiamo potuto toccare con mano le difficoltà finanziarie che stanno incontrando le nostre imprese. Ricordiamo che con il 20 di agosto oltre alle imposte delle dichiarazioni dei redditi le imprese dovevano versare la seconda rata dell’Inps, la quota aggiuntiva dei contribuiti Inps, le ritenute ed i contributi per i lavoratori dipendenti e per i compensi, l’Iva mensile di luglio o del secondo trimestre, rata sulla rivalutazione dei beni dell’impresa, il diritto annuale alla Cciaa, l’eventuale adeguamento agli studi di settore, solo per citare i più diffusi".

CHI RATEIZZA E CHI NON PAGA PROPRIO. Sono quasi 100mila le dichiarazioni dei redditi presentate nella provincia di Padova nel settore lavoro autonomo ed imprese, ordinarie, semplificate o partecipate Di queste centomila dichiarazioni, in occasione della scadenza del 20 agosto, sono in molti a non avere avuto la possibilità di pagare le imposte. "Per la prima volta - continua Rossi - dai dati del nostro osservatorio provinciale emerge che la maggioranza degli imprenditori ha dovuto rateizzare le imposte (il 43%) contro un 33% che le ha pagate per intero ad agosto usufruendo dell’agevolazione degli interessi al 0,40% e del 7% che le aveva già pagate a luglio. Ma, altrettanto allarmante continua Rossi, è la percentuale di coloro che non sono in grado di pagare nessuna imposta e neanche pensano di poterlo fare con una rateizzazione a breve (il 6%) che se rapportato al mondo delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi risulta che almeno 5.000 piccole imprese, di questi settori, non sono in grado di pagare le imposte nella provincia. La situazione gravissima è documentata anche dalle altre scadenze tributarie del 20 agosto: il 21% non ha pagato la rata Iva, ben il 26% non ha pagato la seconda rata Inps per la propria pensione, mentre con grandi difficoltà, si continua a pagare la ritenuta ed i contributi per i lavoratori dipendenti (solo l’8% non ce la fa). Va notato che molti imprenditori pagano i contributi per i propri dipendenti ma non versano quelli per se stessi o per i loro familiari collaboratori a riprova di quanto forte è, nelle piccole imprese, il legame tra titolari e dipendenti. Bisogna agire sulla leva degli investimenti - conclude Rossi - chi investe in azienda in innovazione, in ristrutturazione, in personale, in politiche di marketing va brutalmente defiscalizzato in modo da far si che quello che dovrebbe pagare in tasse lo investa nell’impresa. Sembra una banalità ma accompagnato da una seria politica per ridare fiato alle famiglie può essere il toccasana".

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